Guarda la FOTOGALLERY Giovani della Diocesi: “Grazie Vescovo Gestori, Ti Vogliamo Bene!”
DIOCESI – “Eccellenza carissima, a nome di tutti i giovani della nostra Chiesa Truentina, le diamo il benvenuto. Questa sera ci consenta di darle del tu, di chiamarla affettuosamente per nome, come facciamo con i nostri papà. In questi 17 anni di cammino insieme, innumerevoli sono stati gli eventi in cui ti abbiamo incontrato, ascoltando le tue parole, sempre incarnate nella nostra quotidianità. Ti sentiamo davvero nostro papà, accogliente, disponibile all’ascolto e al dialogo“.
E’ iniziato così l’incontro dei giovani per salutare il Vescovo Gervasio, che vogliamo, appunto, chiamare affettuosamente per nome, perché per 17 anni ha camminato al nostro fianco, guidandoci con le sue parole e incoraggiandoci a guardare al futuro con fiducia. “Ogni vostro volto è per me fonte di gioia e di speranza, perché in voi, nelle vostre mani e nei vostri desideri, è riposto il futuro della nostra amata Diocesi. Io conto su di voi, questa Chiesa conta su di voi, perché siate luce che risplende nelle tenebre del mondo, seguendo e amando Gesù“.
In un’epoca nella quale su noi giovani pesano le parole senza speranza di tanti adulti, quale messaggio più bello di questo? Il Vescovo ci ha salutato con l’animo e i sentimenti che Simeone, l’icona biblica appositamente scelta per la serata, ebbe quando incontrò Gesù con Giuseppe e Maria al Tempio:” Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele“.
Tutta la fiducia del Vescovo in noi giovani, si rispecchia nelle risposte che egli ha dato alle nostre domande piene di dubbi e insicurezze. Noi giovani abbiamo tutta la vita davanti e tante scelte da fare, che cosa vede il Vescovo in noi che gli altri non vedono? Cosa pensa che possiamo portare nel mondo? Quali sono secondo lui le nostre risorse? A volte ci sembra che proprio le persone più vicine, sono quelle che ci conoscono di meno, che vedono più i nostri difetti che i nostri doni. A volte non ci sentiamo amati, ascoltati e proprio per questo ci capita di fare cose che non piacciono neanche a noi, come se fosse l’unico modo per dire che esistiamo. Come facciamo a non farci prendere dalla rabbia, a non vedere solo le cose che non vanno in noi? Come facciamo a far venire fuori il meglio di noi? A scoprire chi siamo veramente e che la nostra vita ha un senso e che siamo preziosi? Come diventare noi stessi luce per i nostri amici?
A tutte queste domande e dubbi il Vescovo ha risposto così:” Io in voi vedo il futuro, l’alba di un nuovo giorno, il desiderio del nuovo, del meglio della vita; non vedo un peso o un problema ma una risorsa e una speranza, perché, essendo giovani, non avete i condizionamenti del passato che pesano sulle vostre scelte: siete liberi da tanti legami. Dovete guardare al futuro abbattendo ansia e paura. Molti non vedono in voi quello che veramente c’è, i vostri desideri, le vostre difficoltà e le vostre speranze, perché vi guardano con gli occhi del corpo. Sono chiusi in se stessi. Simeone, vede nel bambino, Gesù, la salvezza del mondo, la luce delle genti, la gloria di Israele, un segno di contraddizione. Come faceva? Aveva imparato ad attendere, ed era mosso dallo Spirito Santo: aveva lo sguardo giusto, profondo, vero. Chi vi guarda non soltanto con gli occhi del corpo ma anche con gli occhi della mente, del cuore e della fede, vi vede bene e vi vuole bene e vi apre il futuro con la fiducia e la speranza. Voi siete un dono di Dio e dei genitori, non siate ripiegati su di voi, miopi, gretti e chiusi, ma guardate avanti e chiedete a Gesù di aiutarvi a capire chi siete. Tutto ha un senso, non esiste il caso se avete la fede, fate la vostra parte di luce. Come? Chi crede, vede. Vivete, e non vivacchiate, con uno scopo meritevole, non suprficiale, impegnativo, che dà gioia. Il mio sogno per voi è che Cristo conti nella vostra vita: contro la noia, contro la paura, contro la fragilità, molto più di una pasticca, di una canna, dello sballo. Più di un’adrenalina che lascia solo tracce bellissime. Cristo non è solo un uomo buono, ma un uomo morto duemila anni fa per amore, per voi; egli c’entra nella vostra vita. Che la bellezza, ogni bellezza, vi affascini. Che la verità torni a sedurvi“.
Il Vescovo Gestori continuerà a vegliare sui suoi giovani continuando a pregare per noi da un piccolo paesino sulle colline, Acquaviva Picena, dove ha deciso di trasferirsi e noi giovani lo ringraziamo per averci testimoniato il volto di un Padre che si prende cura di noi, che scommette tutto su di noi e ci trasmette con passione la sua fede in un Gesù che dà gioia e che si fa compagno di ogni nostro palpito di vita.