SAN BENEDETTO DEL TRONTO – A 43 anni dall’affondamento del motopeschereccio Rodi, avvenuto il 23 dicembre 1970, si è tenuta questa mattina nell’area portuale, la commemorazione di tutte le vittime del mare. E’ dal 2007 che l’Amministrazione comunale insieme al Circolo dei Sambenedettesi promuove questa cerimonia dedicandone ognuna in maniera particolareggiata a specifici episodi. Quest’anno si sono voluti ricordare i marinai morti in mare tra il 1944 e il 1948 a causa della sfortuna di pescare, o semplicemente urtare, residuati bellici.
“L’approdo negato” è il titolo della cerimonia svoltasi alla presenza delle autorità (tra tutte il vicecomandante della Capitaneria di Porto Antonio Marzano), di tanti parenti delle vittime in mare, di operatori della pesca e condotta dalla presidente del Circolo dei Sambenedettesi Benedetta Trevisani.
Nel suo saluto il sindaco Giovanni Gaspari ha ricordato la vicenda del “Rodi” e del sommovimento popolare che si registrò nei giorni immediatamente successivi alla sciagura, ed ha sottolineato quanta eco abbia avuto all’epoca e abbia tutt’ora a livello nazionale, se è vero che pochi giorni fa, durante una cerimonia, gli abbia chiesto informazioni in proposito un grande giornalista italiano come Aldo Cazzullo. “Ci sono state altre tragedie, purtroppo – ha detto Gaspari – ma niente è stato più come prima e si deve anche a quel movimento di popolo se la sicurezza di chi lavora in mare è divenuto tema prioritario. Momenti come questi – ha concluso il sindaco – servono a ricordare chi non c’è più ma anche a ringraziare chi in mare continua ad andare facendo un lavoro pesantissimo che lascia inevitabilmente segni profondi”.
Anche il comandante in seconda della Capitaneria di Porto ha posto l’accento sul tema della sicurezza dei lavoratori in mare: “Talvolta siamo costretti ad usare strumenti che possono apparire di ostacolo all’attività – ha detto il comandante Marzano – ma dobbiamo lavorare tutti insieme affinché non debba più accadere che, per tirar su qualche soldo in più per la propria famiglia, si debba rischiare oltre il consentito”.
La prof.ssa Trevisani, ricordando il suo passato da docente, ha definito il suo intervento “un appello degli assenti” collegando i tristi elenchi della giornata odierna a quelli già pronunciati il 1° novembre al cimitero e il 27 novembre, 70° anniversario del bombardamento della città. Sono così riecheggiati i nomi di “S. Vincenzo II”, “Grecale”, “Truentum”, “Carolina” e “Carla”, le barche che finirono sui fondali dell’Adriatico assieme agli interi equipaggi, uomini che trovarono la morte a causa della guerra una volta che la guerra era finita.
Dopo la deposizione di una corona di fiori dinanzi al monumento “Il mare, il ritorno” di Paolo Annibali, il corteo si è spostato verso il molo nord dove è stata deposta una seconda corona sulle lapidi che ricordano i nomi dei morti nelle tante tragedie del mare che la città nei decenni ha dovuto vivere.