Al centro dell’attenzione c’è il sito d’informazione paneuropea Presseurop.eu, fondato nel 2009 a Parigi e costituito da quattro riviste specializzate nella cronaca continentale (“Courrier international”, Francia; “Courrier internacional”, Portogallo; “Forum”, Polonia; “Internazionale”, Italia), il quale non ha ottenuto il consueto e necessario finanziamento annuale dalla Commissione europea.
Presseurop.eu ha pubblicato per cinque anni, quelli della crisi più cupa, una selezione di articoli scelti fra 200 giornali, tradotti in dieci lingue: inglese, francese, italiano, spagnolo, romeno, portoghese, neerlandese, polacco e ceco. Una redazione plurilingue ha consentito anche di avviare uno scambio di idee fra i lettori, ciascuno nella propria lingua, che ha arricchito una comunicazione indipendente di respiro comunitario.
Ma, appunto, la Commissione europea a fine 2013 ha deciso di non intervenire più con un sostegno finanziario, come del resto fa con un’altra serie innumerevole di testate e siti; nel quadro di questo impegno per un’informazione al servizio dei cittadini e vicina alle istituzioni europee, l’Ue sostiene ad esempio progetti e notiziari della Rai e dell’agenzia Ansa.
Quindi Presseurop ha abbassato la serranda il 20 dicembre. La redazione del sito ha ora promosso un appello – sottoscrivibile online da ogni cittadino -, indirizzato alla vice presidente della Commissione Ue, Viviane Reding, titolare della delega alla cittadinanza, per indurre l’Esecutivo a un ripensamento. Nel frattempo sono allo studio altre modalità di autofinanziamento o di finanziamento popolare.
L’imprevista decisione di Bruxelles – ripresa e commentata da numerose testate e sui social media – ha sollevato anche una vibrante presa di posizione del presidente dell’Europarlamento, il tedesco Martin Schulz: “L’idea europea è una grande idea, eppure l’Europa attraversa un periodo di forti sofferenze – ha affermato -. Gli europei sono avidi di notizie, eppure i mezzi di comunicazione chiudono i battenti. I cittadini del vecchio continente non dispongono di sufficienti informazioni sull’Europa, ma i siti che devono soddisfare questa necessità e alimentare il dibattito sulle questioni europee stanno scomparendo”. Presseurop, ha aggiunto Schulz, “non è un portavoce servile delle istituzioni ma offre un’analisi critica e un’informazione accessibile e obiettiva”. E ancora: “Quando una testata sparisce non è mai un bene, ma la fine di Presseurop arriva in un momento particolarmente delicato. A sei mesi da un voto che i partiti ostili ai valori europei vorrebbero strumentalizzare, la scomparsa di un mezzo di comunicazione paneuropeo è una pessima notizia: per noi cittadini alla ricerca di informazioni sul progetto europeo, per i giovani che si informano soprattutto su internet privilegiando i social network (sui quali Presseurop è riconosciuto come un punto di riferimento) e per tutti i difensori della stampa. È una cattiva notizia anche per la nostra democrazia – aggiunge -, in una fase in cui le istituzioni europee finanziano una grande campagna d’informazione e sensibilizzazione in vista delle elezioni europee ma sono incapaci di tendere la mano a un sito che si occupa di loro in modo indipendente”.
Si può dunque convenire con Schulz sul fatto che la Commissione europea “dovrebbe proteggere la stampa indipendente, pluralista e multilingue”, che si occupa di integrazione europea.
Noi del Sir – con lo specifico servizio Sir Europa, pubblicato sia in italiano che in inglese, oltre ai “lanci” quotidiani in due lingue – ne sappiamo qualcosa e rilanciamo l’appello: più informazione di qualità fa bene all’Europa e, dunque, ai cittadini europei.