TERRA SANTA – Torno alla Via Dolorosa. Ieri mi aveva dato fastidio vederla così poco “sacra”, oggi considero che doveva essere così anche quel Venerdì, con mercanti, gente che andava al Tempio , gente che veniva dalla campagna con noncuranza , come faceva ogni giorno, come fa adesso. La vita quotidiana in fondo è sempre la stessa , oggi come ieri.
Vado al muro del pianto. Questa volta ho ben chiaro che non posso passare sulla spianata del tempio e attraversando il Cardo ( il decumano, tanto per non scordarci che un tempo qui c’erano gli onnipresenti Romani), raggiungo il Muro “Western” passando attraverso mitra imbracciati e metal detector.
Una scritta avverte che qui c’è la presenza di Dio. Perché non lo scriviamo anche davanti alle nostre Chiese?
Considero che Gesù è passato di qui, che ha visto proprio questo muro, queste pietre. E questo era il Tempio del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.Mi lavo le mani,e mi avvicino a pregare. È una bella esperienza, aperta a tutti. Tutti si allontanano dal muro procedendo a ritroso. Lo faccio anch’io.
Arrivano a frotte gli ebrei con i loro vestiti così anacronistici, si fa fatica a non fotografarli! Mi chiedo che senso abbia continuare a vestirsi come nei secoli passati e vivere nel secolo presente.Ma anche il saio dei francescani è antico eppure non lo trovo affatto anacronistico. Ecco cosa ti insegna Gerusalemme: a uscire dalle tue vedute ristrette
Ore 15 Via Crucis dei Francescani. Si torna al Santo Sepolcro. Non posso non entrare di nuovo, perché tutte le cose che mi lasciano aperte delle domande, mi attirano , mi intrigano. C’è un gruppo italiano: si celebra la Messa in una suggestiva cappella dietro la sacrestia. Il cappuccino rumeno ci spiega che se il caos nel Santo Sepolcro è permesso è perché “ non è qui, è risorto”, è sull’altare. Grazie padre finalmente ho trovato la mia risposta! Per noi è sempre Pasqua, quel sepolcro è vuoto!
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