ROMA – Padre Federico Lombardi non ha dubbi: l’anno 2013 è stato un anno straordinario ed è stato segnato dalla rinuncia di papa Benedetto XVI. Anzi, il direttore della Sala Stampa Vaticana e della Radio Vaticana è convinto che questa scelta “continuerà a segnare anche le prossime epoche della Chiesa”.
In un’intervista concessa ieri all’emittente vaticana, padre Lombardi ha definito infatti la decisione del pontefice emerito “un’apertura di una strada, diciamo di una possibilità, che, come diceva bene Benedetto, proprio nella sua motivazione alla rinuncia, è connessa anche ai tempi che noi stiamo vivendo”. “Con grande lucidità e con grande umiltà”, Joseph Ratzinger ha voluto dare alla Chiesa la possibilità di una guida “di rinnovato vigore”.
Tracciando un bilancio dei primi nove mesi di papa Francesco, il portavoce della Santa Sede crede che il successore di Benedetto XVI abbia risposto “ad un’attesa profonda permanente dell’umanità intera”, cioè “quella del bisogno, del desiderio dell’amore dell’umanità, del perdono, di un rapporto sincero, vicino che sia di conforto e di incoraggiamento”.
Papa Francesco, ha detto Lombardi, “ha toccato le corde più profonde della sensibilità e della personalità umana in generale”, concentrando “l’annuncio sull’amore di Dio, sulla sua misericordia, sulla sua vicinanza a tutti, sul suo desiderio di bene e di salvezza per tutte le sue creature”.
Parlando poi delle attese per l’anno nuovo, padre Lombardi ritiene che bisogna “attendere e sperare che questo grande impulso di rinnovamento, di efficacia dell’annuncio del messaggio cristiano essenziale, che Papa Francesco ha operato, possa diffondersi nella Chiesa”. Si tratta, ha detto, di “un diffondersi ad onda”, che “deve diventare veramente un po’ lo stile con cui la Chiesa annuncia”.
Per quanto riguarda le “fatidiche modifiche strutturali”, Lombardi ha ricordato che per papa Francesco riforma significa in primo luogo “rendere gli strumenti e le strutture più adatte alla missione della Chiesa”, che è l’annuncio del Vangelo “fino alle frontiere di questo mondo, nelle periferie, di cui egli tanto parla, in rapporto con i poveri, con le persone che hanno più bisogno della vicinanza dell’amore del Signore e della testimonianza di Dio”.
Solo dopo questo “primum” vengono le riforme “di cui tanto si parla”. “Questo è in cammino”, ha detto Lombardi, ricordando che papa Francesco ha messo in moto diversi strumenti per rendere più trasparente ed efficace la testimonianza delle strutture, anche quelle vaticane.
Padre Lombardi ha parlato anche della “sintonia molto profonda tra la spiritualità del Papa ed il suo modo di guidare la Chiesa e la spiritualità ignaziana”. Secondo il direttore della Sala Stampa, questo essere figlio di Sant’Ignazio di Loyola si esprime soprattutto “nel senso dell’essere in cammino, nel cercare e trovare ogni giorno la volontà di Dio, per servirlo meglio e per realizzare quello che i gesuiti chiamavano la sua maggior gloria”.
“Papa Francesco, effettivamente, ha messo in cammino la Chiesa, con grande forza, e l’ha messa in cammino con il suo esempio, il suo impegno e anche con tanti messaggi e iniziative”, ha spiegato Lombardi.
“Siamo entrati in una situazione in cui la Chiesa è messa in movimento. Non vengono presentati degli obiettivi precisi, delle immagini precise di come dovrà essere organizzata la Chiesa domani per arrivare a questo obiettivo”, ha continuato il portavoce vaticano.
“Dobbiamo metterci in cammino, dobbiamo convertirci, dobbiamo accogliere le sorprese che Dio ci fa nella nostra vita e capire dove ci sta chiamando”, ha detto al termine dell’intervista.
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