Ciascun cittadino infatti ha incontrato il parroco nella propria vita, o in occasione del Battesimo, o della Comunione, o della Cresima, o del matrimonio.
Ha detto di lui Monsignor Gervasio: “Don Gerardo ha donato il meglio e il molto di se stesso senza risparmiarsi. Durante la sua vita è stato un illuminato punto di riferimento per molti. Oggi ai giovani sacerdoti indico Don Gerardo come esempio da imitare”. Don Gerardo è moto il 29 dicembre, ma fino all’ultimo, nonostante le sue difficoltà fisiche ha partecipato alle tappe importanti della sua parrocchia. Lo scorso 7 dicembre era infatti presente in cattedrale a San Benedetto in occasione dell’ordinazione di nuovi sacerdoti di cui uno di Cupra, Giuseppe Giudici. “Quel giorno – ricorda commosso Monsignor Gestori – ha imposto la sua benedizione su di loro, il corpo era provato e le mani tremanti, ma il sul sguardo forte e pieno di gioia”. Ha concluso il Vescovo: “Ci mancherà, sarà difficile pensare a Cupra Marittima senza pensare a lui”.
Di seguito le parole del Vescovo Gervasio Gestori:
Carissimi,
all’alba dell’ultima domenica dell’anno 2013, festa della Santa Famiglia di Nazaret, il Signore ha chiamato alla vita della domenica senza tramonto Mons. Gerardo Di Girolami, per tanti anni Arciprete di questa amata Comunità cuprense, e poi, dopo l’incalzare della malattia, Parroco emerito residente, accanto ai successori, dapprima il fratello Don Marcello ed in seguito Don Luigino.
Scompare la figura di un prete sapiente, ricco di quella saggezza umana appresa nella semplicità della vita umile e concreta dei nostri paesi piceni e colmo di quella spiritualità pastorale, che tanti sacerdoti hanno imparato stando accanto alla propria gente senza pause e senza parentesi, condividendo le fatiche e le gioie, i problemi e le speranze, avendo negli occhi la luce proveniente dalla preghiera e nel cuore la forza derivante dall’Eucaristia.
Don Gerardo è stato nei suoi quasi 60 anni di vita presbiterale, fino all’ultimo momento, un prete chiaramente convinto e convincente, capace di donare fiducia a molte persone che a lui ricorrevano e di guidare tante anime al Signore attraverso le strade spesso tortuose del mondo. E’ stato un educatore rispettoso e forte, illuminato e amabile. Egli ha saputo donare a questa amatissima sua Comunità, anche a quella civile, il meglio ed il molto di se stesso durante la sua lunga vita, senza risparmiarsi. Negli ultimi anni, in questi lunghissimi ultimi anni della malattia, tanto carichi di sofferenza, ma anche sostenuti da una forza impensabile, certamente eredità umana delle sue origine familiari e dono spirituale del Signore, ha continuato a servire e ad amare, accolto con grande affetto nella casa parrocchiale da persone cordiali e generose, esempio prezioso di fraternità sacerdotale.
Viene meno per la nostra Chiesa diocesana una presenza importante, scompare con lui un illuminato punto di riferimento, siamo impoveriti della sua preghiera e della sua sofferenza. Egli ha servito questa Chiesa con generosità, senza servilismi, con lucidità e amore sincero. Da vescovo lo addito alla persona dei nostri preti come esempio da imitare.
In questo momento un solo ricordo, bellissimo, vorrei richiamare al nostro affetto. Non possiamo dimenticare la sua ultima presenza in Cattedrale, il 7 dicembre, per il solenne rito dell’Ordinazione di tre sacerdoti, di cui uno originario di Cupra, Don Giuseppe Giudici. Partecipare a quella celebrazione fu per lui indubbiamente una notevole fatica, ma sentiva che doveva assolutamente esserci. I presenti hanno potuto vedere ed ammirare, non senza commozione, il gesto della imposizione delle sue stanche mani sul capo degli ordinandi, in ginocchio davanti alla carrozzina: il suo corpo era ormai fortemente provato, le sue mani tremavano, ma lo sguardo degli occhi e del cuore quello no: era gioioso, sereno, soddisfatto, nella pace.
Mi sento intimamente addolorato e sono vicino alla sofferenza dei cari Familiari, da lui sempre seguiti con attenzione e con amore. E li ringrazio per quanto di affetto e di servizio hanno avuto verso di lui. Ricordatelo con ammirazione e con imitazione.
Partecipo sentitamente alla sofferenza della Comunità di Cupra. Pensare a Cupra per tantissimi motivi significava pensare a Don Gerardo e pensare a Don Gerardo comportava il pensiero di Cupra: c’era quasi come una morale identificazione tra un popolo ed una persona, si era creata una umanissima simbiosi di amore. Vero pastore di anime, conosciute, amate, servite, accompagnate.
Adesso siamo tutti un poco più poveri, sì, certamente. Don Gerardo ci mancherà e ci vorrà del tempo per riuscire a pensare a questa Parrocchia di S. Basso, a questa chiesa, a questo paese, senza pensare a lui. Ci mancherai, carissimo.
Ma forse, certamente, siamo diventati tutti più protetti e maggiormente accompagnati. Dal Cielo Don Gerardo non cesserà di guardare a questa amata Comunità, alle sue colline ed al suo mare, per donare alle famiglie unità vera, alle persone malate speranza certa, ai bambini crescita gioiosa, ai
giovani futuro e fiducia, a tutti quella serenità, umana e cristiana, da lui testimoniata nella sua preziosa vita di padre e maestro di questa grande famiglia.
Don Gerardo carissimo, dal Cielo, dove osiamo sperare che sei accanto al Signore Gesù, continua a guardare a noi per aiutarci a vivere con la serenità della fede. Grazie, grazie di cuore. Pregando ti affidiamo a Dio.
+ Gervasio Gestori
Vescovo