“Guardiamo con serenità e con coraggio al nuovo anno”.
Queste le ultime parole del messaggio che Giorgio Napolitano ha rivolto al Paese al termine di un anno difficilissimo per tanti cittadini italiani. Non per tutti, come è noto, ma per molti milioni di italiani certamente. Cittadini che hanno fatto una grande fatica sotto il peso della crisi e che hanno vacillato a lungo.
Per moltissimi la povertà è ancora la condizione con la quale convivere e per questa ragione vanno apprezzate le parole equilibrate del presidente della Repubblica al quale va certamente il merito di non aver assecondato alcuna forma di disfattismo.
Noi credenti sappiamo bene che azzerare la speranza è un gesto gravissimo contro l’umanità. A nessun uomo e a nessuna donna, anziano o bambino, giovane o adulto, può essere scippato il bene essenziale della speranza. Un presidente della Repubblica, carico di anni e di memorie (anche dolorose), sa di dover offrire ai propri concittadini una prospettiva realistica di uscita dalle difficoltà globali, senza indulgere in personalismi e senza fare concessioni ingiustificate alle facili demagogie. Tutto corre su un filo sottile di equilibrio tra popolo, politica e istituzioni. Le istituzioni possono essere riformate, la politica rifondata, ma il popolo deve vivere, non sopravvivere. E per vivere ci vuole coraggio. Il coraggio degli italiani che non è merce avariata.
Noi sappiamo bene che il Paese ha bisogno come il pane di serenità e di coraggio, ma guai a dimenticare la forza incontenibile della speranza. Ciascuno ci metta, credente o non credente, le proprie inossidabili ragioni di speranza. Questo è il nostro augurio per il 2014: sia un anno segnato dalla speranza che fonda il coraggio e nutre la serenità.
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