Il pericolo dell’islamismo militante e radicale. Nel corso di un colloquio con l’Agenzia Fides, l’arcivescovo di Dacca, monsignor Patrick D’Rozario, descrivendo la situazione all’indomani delle elezioni, ha affermato: “La situazione sociale e politica resta tesa. Come cristiani, non abbiamo vissuto particolari problemi ma un ordigno ha colpito una chiesa di Dacca, causando pochi danni e nessuna vittima. I cittadini cristiani bengalesi vivono questo momento tormentato per il Paese con tutti gli altri, pregando e sperando”. L’arcivescovo si è anche soffermato sul pericolo che deriva dall’islamismo militante e radicale, definendolo “reale” ed ha aggiunto: “Nei mesi scorsi, organizzazioni islamiche radicali hanno alzato la voce e alzato il tiro verso la politica: staremo a vedere come si evolverà la situazione. L’appello della Chiesa è sempre un appello di pace e di riconciliazione per il Paese che, attraversa una stagione di violenza, disordine e instabilità”.
Due cristiani uccisi. In Bangladesh i cristiani sono lo 0,5% su 165 milioni di abitanti. Una piccolissima minoranza, spezzo oggetto di violenza. Proprio durante i giorni delle elezioni, nel distretto di Barisal, a sud, sono stati ritrovati i cadaveri di due cristiani, madre e figlio, che avevano ricevuto colpi di arma da taglio su collo e testa. Un secondo figlio della donna, è scomparso. Il segretario generale dell’Associazione dei cristiani del Bangladesh, ha detto ad AsiaNews: “Chiunque sia stato, ha approfittato del clima di impunità e di violenza delle elezioni. Chiediamo una punizione esemplare”. Parenti delle vittime hanno accusato alcuni vicini della famiglia – di fede musulmana – che avrebbero ucciso i due per motivi di terre. Tutto è ancora da accertare. L’unica cosa per ora certa – come ha dichiarato il responsabile del centro pastorale di Barisal – è che “la gente è molto preoccupata per questi omicidi; vive nella paura. Noi preghiamo per la pace”.