RIVIERA – Trattasi di un cittadino albanese, irregolare sul territorio nazionale, con pregiudizi di polizia per spaccio di sostanze stupefacenti.
I fatti risalgono all’estate del 2013 quando nell’ambito dell’operazione denominata “Chrono Cross”, la Squadra Mobile di Ascoli Piceno riuscì a sgominare una banda di albanesi dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Nello specifico si accertò che un gruppo composto da 9 Albanesi e da 1 Italiano, gestiva una fiorente attività di spaccio di sostanza stupefacenti, prevalentemente cocaina, che dopo essere giunta nella riviera Sambenedettese, proveniente da Roma, veniva capillarmente smerciata e rivolta soprattutto ai consumatori delle movide rivierasche.
L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ascoli Piceno, consentiva di acquisire e cristallizzare le prove, costituite anche da numerosi sequestri di sostanze stupefacenti che permettevano l’emissione, da parte del GIP presso il Tribunale di Ascoli Piceno, di 9 ordinanze di custodia cautelare in carcere, eseguite in data 30 luglio 2013.
Tra i destinatari delle predette ordinanze c’era anche il cittadino albanese, il quale rappresentava la vera testa di ponte tra questo territorio e Roma ove lo stesso viveva.
Tuttavia a seguito dell’ordinanza il predetto irregolare sul territorio nazionale, si era di fatto reso irreperibile, facendo perdere le proprie tracce.
Sicché la Squadra Mobile di Ascoli Piceno, in collaborazione con la Squadra Mobile di Roma, intraprendeva una serie di mirate attività di controllo delle zone maggiormente frequentate dal cittadino albanese nella Capitale, il quale accortosi della forte pressione degli investigatori, attuava una serie di attività finalizzate a far perdere le proprie tracce.
La fuga del latitante terminava nella decorsa serata quando nei pressi della Stazione di Trastevere a Roma, gli uomini della Squadra Mobile di Ascoli Piceno, dopo aver individuato nel mentre cercava di confondersi tra le numerose persone presenti in quel momento, lo traevano in arresto.
Dopo le formalità di rito,veniva tradotto presso la Casa Circondariale Regina Coeli di Roma a disposizione dell’A.G. Ascolana.