Potrebbe essere questa la fotografia della prossima estate. A scattarla, il Papa “venuto quasi dalla fine del mondo”, che sta considerando l’eventualità di un viaggio in Corea del Sud.
È “allo studio”, ha reso noto oggi ai giornalisti il portavoce vaticano.
La procedura è quella abituale: Papa Francesco ha ricevuto un invito da parte dei vescovi coreani, a intervenire ad un grande raduno estivo dei giovani provenienti da ogni angolo del continente. L’Asia, il continente della “fede del futuro”, come affermano molti osservatori. Mentre scriviamo, non sappiamo ancora se questo nuovo “abbraccio” tra il Papa e i giovani si avvererà: di certo tornano alla mente le parole pronunciate da Francesco sull’aereo di ritorno da Rio in quella sorta di conferenza stampa improvvisata che ha fatto il giro del mondo. L’Asia, e l’Asia giovane, come priorità per l’evangelizzazione, in continuità con quanto il suo predecessore Benedetto XVI non aveva potuto portare a compimento.
A un anno esatto dalle indimenticabili immagini della folla sterminata di giovani che popolava la spiaggia di Copacabana, avremmo forse la possibilità di essere testimoni di un evento che si annuncia già storico nei suoi contorni. Perché quella di Papa Francesco è una Chiesa che “cammina”. Che ha bisogno delle gambe dei giovani, e delle memoria dei loro nonni, per navigare sicura sulle autostrade non solo digitali.