ACQUAVIVA PICENA – Il 6 novembre 2013, veniva annuniciata la chiusura dello stabilimento della Roland, un fulmine giunto a ciel sereno visto che, come fu scritto in un comunicato stampa dei lavoratori, si stava chiudendo “un’azienda sana, con un bilancio positivo, che rappresenta l’eccellenza nel nostro campo”. Nel tempo si sono succedute diverse notizie dall’arrivo di un liquidatore, agli incontri con le istituzioni, fino alla proposta di un’azienda di Cerreto d’Esi, operante in un altro settore, interessata alle risorse umane della Roland. Ad oggi non si è ancora trovata una soluzione mentre l’azienda è ancora in attività per evadere gli ordini urgenti entro il 31 di marzo, giorno di chiusura.
Quale sia l’umore degli operai lo sentiamo dalla voce di due impiegati. Marzia Palestini, interprete e traduttrice, lavora per la Roland da 20 anni: “Una vita, ma c’è chi lavora da più tempo di me.
Come è il morale? Per quanto riguarda me e anche altre persone, alla delusione è subentrata una rabbia crescente.
Abbiamo potuto usufruire della solidarietà che in teoria sarebbe dovuta terminare il 21 gennaio ma in pratica, con una rescissione unilaterale anticipata, è stata fatta terminare il 2 gennaio.
La Roland era una bella realtà, un buon posto di lavoro, uno stipendio sicuro.
Nessuno si aspettava di fare questa fine, questo stabilimento lavora a 360°, il lavoro parte dall’idea, poi c’è la progettazione per arrivare alla produzione.
Io sono interprete e traduttrice e mi occupo un po’ di tutti gli aspetti della traduzione, ma ho avuto modo di stare a contatto con quelli della progettazione: si lavora con impegno e passione, sempre alla ricerca di nuove idee da realizzare per soddisfare le esigenze di tutti i clienti, dal musicista professionista a quello semplicemente appassionato.
Ci sentiamo scippati: la Roland Corporation, è andata avanti anche attraverso di noi, attraverso il nostro significativo contributo; speriamo che questo contributo ci venga in qualche modo riconosciuto dall’azienda nel momento in cui lo stabilimento cesserà l’attività a fine marzo”.
Luigi Ferrari lavora alla Roland dal 1989, come ingegnere nel laboratorio di ricerca e sviluppo, occupandosi di progettazione software.
Come dicevamo la Roland non lavora solo con la produzione ma anche con la progettazione, una eccellente progettazione che purtroppo al momento è ferma: “Perché – come afferma Ferrari – sviluppare un progetto richiede molto tempo, anche un anno e dovendo chiudere il 31 marzo, non ci sarebbe il tempo di portarlo a termine, l’azienda sta lavorando per espletare le ultime commesse prese in precedenza.
I giapponesi sono stati molto determinati nel voler togliere dal loro bilancio questo stabilimento che ha chiuso l’anno 2013 con un attivo di un milione di euro.
Non abbiamo certezze, al momento, su un eventuale compratore dell’azienda.
Lavoro qui ormai da quasi 25 anni; quando ho iniziato ero contento era un lavoro che mi calzava a pennello, che mi faceva uscire di casa al mattino con il sorriso sulle labbra, e mi ritrovo così.
I nostri prodotti sono strumenti elettronici che nulla hanno da invidiare; tra questi strumenti spicca la nostra fisarmonica, produzione unica al mondo; improvvisamente i giapponesi decidono di delocalizzare l’azienda in Indonesia, dopo aver usufruito in questi anni dei tanti incentivi statali previsti dalla legge come quelli stanziati all’inizio degli anni ’90 quando siamo entrati in borsa, incentivi pagati con i soldi di noi contribuenti. In tutta questa situazione quello che mi rammarica è l’assenza della politica: non c’è una legge che ci tuteli, non si può permettere ad un’azienda di venire qui in Italia, creare un’attività, creare ricchezza, sfruttare gli incentivi pagati con le tasse pagate da noi per poi andarsene così, senza una tutela per noi.
C’è bisogno di una legislazione che ponga un freno, un vincolo in questo senso”.
Insomma la situazione è abbastanza difficile ma ai lavoratori non manca il sostegno e la solidarietà da parte di tutti, anche attraverso la pagina Facebook Keep Calm & Support Roland Europe dove non mancano attestazioni di solidarietà di clienti italiani e stranieri, con link per mostrare i prodotti d’eccellenza progettati nello stabilimento Roland di Acquaviva Picena.