indiaL’uccisione nei giorni scorsi di un pastore evangelico nell’Andhra Pradesh – quarto Stato dell’Unione Indiana per superficie e quinto per numero di abitanti, che si affaccia sul golfo del Bengala – non è un caso isolato. Già nei mesi scorsi, era stato denunciato, da parte della comunità protestante, il regime del terrore instaurato dal Rashtriya Swayanmsevak Sang, il movimento estremista indù, autore di numerose aggressioni. Dopo una delle ultime aggressioni – un gruppo di 50 estremisti armati di bastoni e pietre aveva assaltato la Telugu Baptist Church di Mandal, villaggio situato nel distretto di Ranga Reddy (Hyderabad) – Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians, aveva dichiarato: “Questi estremisti intolleranti hanno creato un loro regno del terrore in Andra Pradesh e minacciano l’esistenza dei cristiani”. In quell’occasione, in pieno giorno, mentre era in corso la riunione mensile della comunità, gli estremisti indù avevano fatto irruzione nell’edificio e trascinato in strada sei pastori accusati di conversioni forzate al cristianesimo, picchiandoli duramente e abbandonandoli svenuti.

Un omicidio efferato. Il pastore evangelico, di nome Sanjeevulu – che guidava il gruppo “Amici di Hebron” – viveva a Vikarabad, villaggio che dista 64 chilometri dalla capitale statale Hyderabad. Come ha riportato Asia News, secondo alcune fonti, quattro uomini si sono recati nella sua casa e hanno detto di voler “pregare con il pastore”, ma appena questi è uscito, gli hanno inflitto sette coltellate e poi picchiato con mazze e bastoni. Udite le urla, la moglie di Sanjeevulu è accorsa: gli assalitori hanno cercato di uccidere anche lei e l’hanno accoltellata, ma per fortuna la donna è riuscita a scappare ed è sopravvissuta. Il pastore è stato ricoverato presso l’ospedale, dove è morto a causa delle ferite, dopo due giorni di agonia. Dopo la notizia dell’assassinio, molti cristiani e altri amici del pastore si sono recati in visita in ospedale e hanno espresso il proprio dolore per l’attacco. I leader cristiani di Hyderabad hanno organizzato un sit-in di protesta per chiedere giustizia al governo. C’è stata anche una manifestazione pacifica davanti agli uffici del Chief Minister, per chiedere l’arresto dei colpevoli, ma i manifestanti sono stati arrestati.

Rendere giustizia. La polizia ha annunciato di aver aperto un’inchiesta, ma si dubita fortemente che misure idonee a rendere giustizia – prima fra tutte l’identificazione dei colpevoli – vengano prese. L’esigenza di giustizia dinanzi all’escalation delle violenze, è stata sottolineata dal presidente del Global Council of Indian Churches, che ha dichiarato: “Anche se il motivo dell’agguato non è ancora conosciuto, bisogna condannare con forza il fatto che la persecuzione anti-cristiana stia ritornando nell’Andhra Pradesh. Abbiamo bisogno che sia fatta giustizia. Circa 3 mesi fa, sappiamo che Sanjeevulu ha avuto un’accesa discussione con alcuni membri di un gruppo fondamentalista indù, che lo hanno minacciato. Potrebbe essere un omicidio premeditato”.

Entra a far parte della Community de L'Ancora (clicca qui) attraverso la quale potrai ricevere le notizie più importanti ed essere aggiornati, in tempo reale, sui prossimi appuntamenti che ti aspettano in Diocesi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *