Un omicidio efferato. Il pastore evangelico, di nome Sanjeevulu – che guidava il gruppo “Amici di Hebron” – viveva a Vikarabad, villaggio che dista 64 chilometri dalla capitale statale Hyderabad. Come ha riportato Asia News, secondo alcune fonti, quattro uomini si sono recati nella sua casa e hanno detto di voler “pregare con il pastore”, ma appena questi è uscito, gli hanno inflitto sette coltellate e poi picchiato con mazze e bastoni. Udite le urla, la moglie di Sanjeevulu è accorsa: gli assalitori hanno cercato di uccidere anche lei e l’hanno accoltellata, ma per fortuna la donna è riuscita a scappare ed è sopravvissuta. Il pastore è stato ricoverato presso l’ospedale, dove è morto a causa delle ferite, dopo due giorni di agonia. Dopo la notizia dell’assassinio, molti cristiani e altri amici del pastore si sono recati in visita in ospedale e hanno espresso il proprio dolore per l’attacco. I leader cristiani di Hyderabad hanno organizzato un sit-in di protesta per chiedere giustizia al governo. C’è stata anche una manifestazione pacifica davanti agli uffici del Chief Minister, per chiedere l’arresto dei colpevoli, ma i manifestanti sono stati arrestati.
Rendere giustizia. La polizia ha annunciato di aver aperto un’inchiesta, ma si dubita fortemente che misure idonee a rendere giustizia – prima fra tutte l’identificazione dei colpevoli – vengano prese. L’esigenza di giustizia dinanzi all’escalation delle violenze, è stata sottolineata dal presidente del Global Council of Indian Churches, che ha dichiarato: “Anche se il motivo dell’agguato non è ancora conosciuto, bisogna condannare con forza il fatto che la persecuzione anti-cristiana stia ritornando nell’Andhra Pradesh. Abbiamo bisogno che sia fatta giustizia. Circa 3 mesi fa, sappiamo che Sanjeevulu ha avuto un’accesa discussione con alcuni membri di un gruppo fondamentalista indù, che lo hanno minacciato. Potrebbe essere un omicidio premeditato”.