’accordo del 20 gennaio tra Iran e Stati Uniti – limitazioni all’arricchimento dell’uranio per il programma nucleare e alleggerimento delle sanzioni, vero obiettivo dell’iniziativa di Teheran – è certamente un fatto positivo. Anche l’Unione europea ha approvato il piano regolatore per sollevare l’Iran dalle sanzioni – per un periodo di 6 mesi – in relazione ad alcuni settori: il trasporto e l’assicurazione del greggio, il commercio e il mercato di metalli preziosi. L’Ue faciliterà anche i trasferimenti finanziari collegati a operazioni commerciali non sotto embargo, incluse quelle per fini umanitari (cibo e medicine). Come ha annunciato il Dipartimento di Stato americano, gli iraniani riceveranno, agli inizi di febbraio, una prima parte – 550 milioni di dollari – dei 7 miliardi di beni, che erano stati congelati a causa delle sanzioni internazionali e che saranno gradualmente sbloccati. In cambio, l’Iran sospenderà per sei mesi le parti giudicate più pericolose del suo programma nucleare. Entro il 20 luglio sarà definita un’intesa definitiva. Fino ad allora, né le Nazioni Unite né l’Unione europea, imporranno nuove sanzioni e saranno sospese quelle sulle esportazioni di prodotti petrolchimici, sull’oro ed altri materiali preziosi, oltre che per l’import di auto e pezzi di ricambio per gli aerei.
I punti dell’accordo. L’Iran ha accettato che nei prossimi sei mesi non arricchirà l’uranio oltre la soglia del 5% e si è impegnata a neutralizzare il suo intero stock di uranio arricchito al 20% (vicino al grado di raffinazione utile per realizzare una bomba atomica). Metà sarà “diluito” al 5% e metà sarà ossidato per produrre barre di combustibile utili solo per un vecchio reattore installato a Teheran per produrre isotopi nucleari a scopi medici. Non verranno costruiti più impianti e saranno fermati i lavori per la realizzazione del reattore ad acqua pesante di Arak, che sarebbe stato in grado di produrre direttamente il plutonio necessario ad un ordigno. Gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) potranno accedere ai due impianti dell’arricchimento di Fordow e Natanz. I cosiddetti “5+1” (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e la Germania) con l’Iran costituiranno una commissione congiunta per collaborare con l’Aiea all’attività di monitoraggio e controllo del rispetto dei patti.
Tra i maggiori persecutori al mondo dei cristiani. Come avviene per la maggior parte degli accordi internazionali, durante i negoziati che si sono svolti a Ginevra, nulla è stato concordato in merito al rispetto, da parte dell’Iran, dei principi che sono a fondamento dei diritti umani e della libertà religiosa. Sarebbe stata un’occasione unica per la diplomazia internazionale, perché il Paese asiatico è tra i maggiori persecutori al mondo dei cristiani. Come ha riferito l’Agenzia Fides, a Natale e a Capodanno, le autorità di sicurezza iraniane hanno arrestato quattro cristiani iraniani, riunitisi in casa per celebrare il capodanno con un momento di preghiera nella cittadina di Karaj. Gli agenti in borghese hanno sequestrato effetti personali, libri, appunti, computer, cd e dvd. Durante il periodo natalizio, un altro gruppo di cristiani, riunito in una Chiesa domestica a Teheran, era stato arrestato. Le “Chiese domestiche”, considerate irregolari e pericolose e perseguite secondo le norme sulla sicurezza nazionale. Spesso la polizia cerca di estorcere confessioni in cui i detenuti cristiani ammettano di essere “pagati dall’estero per promuovere il cristianesimo in Iran”.

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