Di Paolo Bustaffa
Da molti anni al termine della Carovana della Pace i piccoli dell’Acr dicono al Papa il loro impegno per la pace e con lui liberano due colombe bianche.
Con un segno simbolico concludono accanto al Papa un percorso educativo vissuto nei mesi precedenti in molte parrocchie romane.
Un gesto di solidarietà concreta verso i più poveri accompagna sempre questa loro riflessione.
Con un segno simbolico concludono accanto al Papa un percorso educativo vissuto nei mesi precedenti in molte parrocchie romane.
Un gesto di solidarietà concreta verso i più poveri accompagna sempre questa loro riflessione.
L’immagine bellissima dei ragazzi, del Papa e delle colombe è diventata familiare in tutto il mondo.
Domenica un gabbiano ha aggredito e ucciso una delle due colombe appena uscite dalla finestra.
Ho subito immaginato e condiviso la tristezza dei ragazzi, dei loro educatori e dei loro genitori ma so anche molto bene che questi ragazzi hanno sempre avuto piena consapevolezza della fragilità della pace e delle minacce che deve subire in molte aree del mondo.
Proprio per questo il loro impegno per la pace si è continuamente rafforzato.
Proprio per questo il loro impegno per la pace si è continuamente rafforzato.
Questi ragazzi sanno quanti bambini innocenti vengono travolti dalla violenza dell’odio, del disprezzo, della sete di potere politico o economico.
Nell’immagine della colomba uccisa mentre spiccava il volo hanno certamente colto, seppur con sofferenza e sconcerto, l’appello a pregare ancor di più per la pace.
Questi ragazzi dell’Azione cattolica di Roma, e con loro quelli di tutte le altre diocesi italiane, si sono ancor più stretti al Papa e il Papa si è ancor più stretto a loro sul sentiero di Isaia, sul sentiero della speranza che porta alla pace.