DIOCESI – Pubblichiamo la lettera del Vescovo Carlo in risposta alle tante lettere ricevute durante il suo ingresso nella nostra Diocesi.
Vescovo Carlo: “Carissimi ragazzi e giovani della diocesi di san Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, ho letto con molto interesse le lettere che avete voluto scrivermi nell’occasione del mio ingresso in diocesi domenica 19 gennaio.
Innanzitutto: grazie di avermi scritto e di quello che mi avete scritto. Mi dite con molta sincerità, e questo mi piace, tutte le vostre speranze, i vostri desideri, le vostre ansietà e anche le vostre difficoltà con la fede e con la Chiesa.
Mi comunicate i limiti che vedete e che rendono a volte un po’ difficile il vostro sentirvi parte delle comunità parrocchiali.
Sinceramente vi dico che non ne sono stupito.
Sapete perché? Perché non ho mai pensato che la Chiesa fosse perfetta, esente da colpe e da difetti e questo oscura il bel volto di Gesù che dovrebbe mostrare in tutta la sua bellezza. Qualcuno mi chiede perché mi son fatto prete: perché mi sono innamorato di Gesù e volevo aiutarlo a rendere un po’ più bello (con il suo aiuto spero non più brutto) questo suo corpo che è la Chiesa.
Ne vedevo la bellezza, ma anche le rughe, amavo (e amo) la sua bellezza, volevo (e voglio) renderla più bella. Non so se ci sono riuscito, a volte il mio peccato ha fatto tutto l’opposto.
Non so se ora ci riuscirò, ma se mi aiutate forse qualcosa di più si può fare.
Quando si ama una persona, ci si innamora sì della sua bellezza esteriore, ma soprattutto di quella interiore.
A volte quella esteriore non è proprio l’ideale, ma quella interiore è quella che resiste al decadimento dell’età.
Questo è anche della Chiesa essendo fatta di uomini e donne, quindi da esseri limitati: esteriormente ha i suoi acciacchi, ma la sua ricchezza, di cui non posso fare a meno, è che mi dà Gesù.
Carissimi, vi invito a guardare a questa bellezza interiore della Chiesa: senza di essa non possiamo avere Gesù, la sua parola e i suoi sacramenti. Chiedeteci di essere migliori, ma aiutate me e i vostri preti a costruirla come una casa più accogliente e ospitale anche per voi. Uno di voi mi chiede se ho fatto tutto da solo: certamente no, non ne sarei stato capace.
Fin da quando ero ragazzo mi ha aiutato un sacerdote a cui confidavo i miei progetti, i miei desideri e … i miei peccati.
E’ stato lui che mi ha aiutato a capire, tra tanti dubbi e tante paure, quello che Gesù mi stava chiedendo.
Non vi dico con quale trepidazione ho deciso di accettare di farmi prete: avevo il cuore in gola, come quando si dice per la prima volta a una ragazza che si ama davvero: “Ti amo”.
Ma come ringrazio di aver aperto il mio cuore a quel sacerdote e di aver avuto il coraggio di dire sì a Gesù.
Avrei certamente molte altre cose da dirvi, molte domande che mi fate a cui dare risposta. Spero che mi comprendiate se qui non le trovate: è impossibile rispondere a tutte.
Resta il fatto che ho detto sul serio che mi piacerebbe incontrarvi, ascoltarvi personalmente, condividere con voi le vostre fatiche.
Non sono sicuro di avere risposte per tutto, ma vorrei condividere le vostre fatiche.
Un caloroso abbraccio nel Signore.
Vi voglio bene come siete“.
Il vostro vescovo + Carlo