Due settimane di tempo (dal 16 al 31 maggio 2014) e oltre 150mila operatori coinvolti. Sono i numeri del prossimo censimento generale della popolazione in Angola, che può essere definito storico: è infatti il primo dopo l’indipendenza del Paese, avvenuta nel 1975, e la guerra civile che, cominciata lo stesso anno, si è conclusa solo nel 2002. L’ultima indagine demografica era stata condotta dalle autorità coloniali portoghesi nel 1970, e da allora sulla popolazione esistono solo stime. Le ultime citate dall’Onu, ferme al 2011, fissavano il numero degli abitanti a circa 19 milioni e 600mila.
Preparativi in corso. Ancora a novembre 2012 il censimento era stato rinviato. L’organizzazione delle elezioni generali dell’agosto precedente, infatti, aveva impedito uno svolgimento efficace delle cosiddette ‘indagini pilota’ nei municipi campione, concluse, infine, a maggio 2013. I preparativi per la raccolta ufficiale dei dati stanno entrando nel vivo in queste settimane: a fine gennaio ha terminato la formazione il primo gruppo di 42 istruttori, che dovranno a loro volta addestrare gli operatori incaricati della raccolta dei dati. La costituzione di gruppi di lavoro provinciali, municipali e comunali, e l’individuazione di centri di stoccaggio e distribuzione dei materiali necessari sono un’altra tappa fondamentale dei preparativi in corso. Tra i molti seminari tecnici curati dall’Istituto nazionale di statistica (Ine), vari appuntamenti sono rivolti ai giornalisti e agli operatori dei media, per metterli in grado di informare la popolazione sulle modalità del censimento, sui suoi scopi e sui benefici che ne potranno derivare.
Le possibili difficoltà. La fase già conclusa, quella delle indagini pilota, è stata utile, ha spiegato alla stampa il direttore dell’Ine, Camilo Ceita “a individuare le aree difficili da raggiungere e i mezzi alternativi per farlo”. Le difficoltà non sono solo quelle logistiche evidenziate, a gennaio, dal vicegovernatore della provincia della capitale Luanda, Judith Pereira, che aveva chiesto un “monitoraggio urgente delle condizioni in cui lavorano i coordinamenti municipali”. Infatti, nell’enclave settentrionale di Cabinda – ricca di petrolio – sono ancora attivi movimenti armati secessionisti. I rischi per la sicurezza sono stati ridimensionati, negli scorsi mesi, dal funzionario della polizia angolana incaricato della gestione del censimento, José Martinez. A suo parere non c’erano “ragioni di preoccupazione” per quanto riguardava “la fase preparatoria”, perché tutto stava “andando bene”. Durante le operazioni di raccolta dei dati, visti i prevedibili “grandi movimenti di popolazione”, ha anticipato Martinez, la polizia sarà chiamata “a garantire la sicurezza dei tecnici nello svolgimento del loro lavoro, dei materiali tecnici e della popolazione in generale”. Un ultimo problema potrebbe essere rappresentato proprio dal reclutamento degli operatori perché, ha notato ancora Ceita, in alcune aree sono pochi i giovani con il grado minimo di istruzione richiesto (la nona classe, che si dovrebbe concludere a 14 anni).
Demografia e sviluppo. Tra i settori su cui il censimento andrà a incidere c’è quello delle politiche per lo sviluppo: in Angola (componente dell’Opec e secondo Paese in Africa per produzione di petrolio) il Pil ha avuto una crescita a due cifre (tra il 10% e il 22%) a metà degli anni Duemila; dopo una fase di stagnazione, nel 2012 è tornato ad aumentare del 6,8%. Eppure il 67% della popolazione viveva con meno di 2 dollari al giorno ancora nel 2009, anno a cui risalgono gli ultimi dati verificati dalla Banca Mondiale. Le autorità si aspettano che il censimento “aiuti l’identificazione del potenziale e dei bisogni” della popolazione, come ha dichiarato ai giornalisti André Luís Brandão, assistente del presidente della repubblica, José Eduardo Dos Santos (al potere dal 1979). La messa in opera di programmi di sviluppo delle condizioni sociali e delle infrastrutture, ha spiegato il funzionario, necessita in molti casi “di dati che individuino e caratterizzino con precisione gli abitanti di certe aree del Paese”.
0 commenti