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Rinnovato l’allarme per l’azzardo di Stato: “Ci si gioca la vita”

Da quando, nel 2003, si è dato il completo via libera al gioco d’azzardo legale con l’avvento delle slot machine, altre norme hanno seguito quella strada, introducendo nel nostro Paese nuove autorizzazioni per centri scommesse, gratta e vinci e giochi online. Se, da una parte, questo ha prodotto un volume di affari pari ad 80 miliardi di euro, dall’altra ha dato il via ad una serie di conseguenze disastrose: indebitamento delle fasce sociali già di per sé povere, aumento dei suicidi, ricorso all’usura e aumento esponenziale di interessi delle mafie. “Il gioco d’azzardo è un cancro sociale che ha aumentato la sofferenza delle famiglie e le loro difficoltà economiche”. Lo dice monsignor Alberto D’Urso, vice presidente della Consulta nazionale antiusura, nella tavola rotonda “Usura, azzardo, economia, persona” svoltasi a Bari e organizzata dalla Fondazione antiusura san Nicola e santi medici di Bari da lui stesso presieduta. Presenti diversi personaggi impegnati quotidianamente nella cultura contro l’usura e il gioco illegale. Tra gli altri Diana De Martino, sostituto procuratore antimafia; monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto; Maurizio Fiasco, sociologo e consulente della Consulta nazionale antiusura; Toni Mira, caporedattore di Avvenire; Luciano Scallettari, redattore di Famiglia Cristiana; Antonio Nunziante, prefetto di Bari e ovviamente padre Massimo Rastrelli, presidente della Consulta nazionale antiusura.
Disumano e anticristiano. Durante l’udienza generale del 29 gennaio, Papa Francesco ha definito l’usura, a cui molti giocatori d’azzardo fanno ricorso, disumana e anticristiana, una piaga sociale che ferisce la dignità inviolabile della persona umana. In Italia, infatti, circa un milione di persone è vittima del gioco illegale e delle sue conseguenze, e circa tre milioni ne sono a rischio. “Bisogna far si che i cittadini non siano disperati. Se il gioco diventa compulsivo, ci si giocano gli affetti, ci si gioca la vita. – dice mons. D’Urso – Ed è necessario riagganciare gli uomini della politica ai problemi del Paese. Loro oggi sembrano distratti da altri problemi che certamente non riguardano il bene comune. Serve fare un appello a quelli che si dicono cristiani: permettereste ai vostri figli di giocare d’azzardo? È denaro guadagnato in maniera giusta se fatto con la disperazione degli altri? Non può essere denaro benedetto da Dio. La politica però purtroppo non ha nessun interesse ad affrontare questi problemi e infatti spesso se ne dimentica perché forse non vuole più dare risposte alla gente”. Purtroppo mons. D’Urso non ha tutti i torti se si considera che, nonostante gli ultimi preoccupanti dati Bankitalia e Istat, il governo Letta ha sdoganato nel dicembre scorso 4mila nuove videolotteries (che diventano 55mila contro le 404mila slot) dando il via libera alle scommesse virtuali per le quali si prevede un mercato da un miliardo di euro.
Paradisi effimeri. “La gente non ha da mangiare e quando è disperata si butta in paradisi che non esistono”. È un uomo anziano il presidente della Consulta nazionale antiusura padre Massimo Rastrelli ma esprime una grande forza quando ammonisce contro l’uso e l’autorizzazione del gioco d’azzardo. “La gente crede che il gioco possa sostituire il lavoro per produrre reddito. Questo è un inganno. Io ho nel cuore gli uomini e le donne che si sono uccisi a causa del gioco”. Anche padre Rastrelli ravvisa che lo Stato ha avuto un ruolo di rilievo nella proliferazione di questa piaga: “Noi abbiamo avvertito in Parlamento il governo che col gioco si producono molti malati che lo Stato, alla fine, deve sostenere. Ricordo che Spadolini diceva: ‘i politici devono avere la saggezza del buon padre di famiglia’, ma i politici hanno dimostrato di non averla. Fu dimostrato inoltre, in un’inchiesta parlamentare, che il gioco non sarebbe stato cosa utile per il Paese ma invece di seguire quell’inchiesta furono moltiplicate le legalizzazioni del gioco d’azzardo. La politica ha certo fatto dei provvedimenti antiusura ma ciò non toglie che abbia insistito sul gioco d’azzardo. Quando c’è un giocatore, non c’è un papà, uno sposo, una sposa, un lavoratore”.
Il gioco deforma la vita. “Il gioco d’azzardo ha delle conseguenze devastanti su quanti sono afferrati dalle sue spire illusorie e mortali”. Queste parole severe sono del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, contenute nel messaggio inviato ai convegnisti. “Gli impressionanti introiti, – continua il messaggio – oltre ad arricchire alcuni, si trasformano in un onere pesantissimo per curare dipendenze nuove. Queste conseguenze non possono essere sottovalutate da nessuno. Inoltre se si è presi dal demone dell’azzardo la concezione della vita si trasforma: si entra in un vortice che determina comportamenti di vita rovinosi. Chi ne soffre è la famiglia, la persona, l’equilibrio sociale. È necessario reagire! Bisogna scuotere le coscienze informandole sulla realtà e non stancarsi di richiamare i responsabili della politica affinché il problema non sia affrontato al ribasso, ma con decisioni tempestive ed efficaci”.
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