SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Vescovo Carlo ha incontrato la Consulta delle Aggregazioni Laicali, martedì 18 febbraio.
Patrizia Bollettini presidente della Consulta negli ultimi 7 anni, ha ripercorso, presentandola al Vescovo Carlo, la storia della Consulta, partita nel 2002 come esperienza e che conta 23 aggregazioni laicali tra associazioni e movimenti di diversi carismi e attivi in diversi ambiti.
Un cammino per l’unità che ha visto nel Sinodo un momento forte, insieme a altre occasioni che hanno permesso la reciproca collaborazione e conoscenza come le veglie di Pentecoste, il Family day, Uniti per l’Europa.
Per l’occasione del primo incontro con il vescovo la presenza di tanti rappresentanti delle diverse realtà è stata significativa, dopo aver ascoltato le parole del vescovo Carlo di meditazione sul brano evangelico del giorno, tutti si sono presentati, in quanto rappresentanti delle diverse realtà laicali operanti in diocesi. In molti hanno sottolineato la positività e la ricchezza dell’esperienza della Consulta come luogo di incontro, di crescita di amore per la Chiesa locale e di conoscenza reciproca delle tante strade attraverso cui incontrare il Signore.
Ognuno, ogni realtà, come un prisma luminoso riflette un aspetto del volto luminoso di Cristo e solo la composizione di tutti dentro, quindi, la Chiesa diocesana aiuta a cogliere la cura che Gesù ha per il suo popolo.
Da questa immagine, il Vescovo ha perciò tracciato il senso della Consulta nella realtà diocesana, quello di sollecitare la conoscenza e la collaborazione di tutti al cammino pastorale della Chiesa diocesana, in cui si realizza la Chiesa universale e che cammina dentro la storia.
È il Vescovo che convoca la consulta per chiedere aiuto per manifestare il volto di Cristo e raggiungere i bisogni del popolo di Dio, si possono quindi sintetizzare in tre punti i compiti della consulta: aiutare il vescovo a conoscere i bisogni pastorali essendo un osservatorio laicale dentro al realtà ecclesiale;
sviluppare la coscienza che si è una sola chiesa, la conoscenza aiuta a stimolare l’unità delle tante realtà dentro il cammino pastorale che ogni aggregazione porta avanti secondo il proprio carisma;
collaborare secondo le proprie sensibilità con il cammino pastorale della diocesi. La ricchezza ha ricordato il vescovo, è autentica solo nella convergenza all’unità, all’unità della Chiesa.