Da Zenit di Padre Andrea Panont
Nardino raccontava, tra le tante cose che possono capitare tutti i giorni, un particolare della sua vita.
Non parlava di cose non note, ma riteneva già degno di nota il poterle confidare.
Mi diceva appunto che in famiglia c’è chi sembra incaricato a “disturbare” in continuazione, senza mai interrompere la sua azione “contraria” alla quiete.
In queste ininterrotte azioni di disturbo – confidava – soffro particolarmente se pretendo di starmene tranquillo e, tutto inteso a difendere la mia privacy, puntigliosamente mi ripasso il decalogo dei miei sacrosanti diritti ad essere rispettato nella mia personalità.
Mentre si addentrava nelle confidenze e godeva delle ragioni inconfutabili della sua logica umana, Nardino, con disappunto, s’accorgeva del mio sorriso crescente. Mentre lo ascoltavo, immagazzinavo argomenti sempre più convincenti secondo un’altra logica che subito gli ho confidato:
Nardino, prova a pensare quanto sia ridicolo un pezzo di pane che, per non essere disturbato, cede alla tentazione di scappare dal cesto e come rinneghi il proprio diritto alla vita quel grano di sale che non ascolta la chiamata a sciogliersi e come scialacqui la fortuna di diventare sapore, se rifiuta di sparire dalla faccia della terra.
Pane e sale celebrano la loro libertà quando si lasciano “disturbare” per la fame dell’uomo e “calpestare” per dar gusto all’insipienza umana.
Ciao da p. Andrea
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