Di Mario Vagnoni
DIOCESI – Lunedì sera 24 febbraio il Vescovo Carlo ha incontrato la nostra comunità diaconale presso il Biancazzurro.
E’ stata una visita intensa e familiare scandita da momenti di preghiera con vespri e compieta e da un momento di ascolto delle esperienze dei diaconi e di noi aspiranti al diaconato.
Durante i vespri il vescovo Carlo ha commentato la lettera di San Giacomo dove l’apostolo invita a non sparlare degli altri e non giudicarli per non trasgredire la legge di Dio. Il vescovo, citando papa Francesco, ci ha ricordato che sparlare del fratello è ucciderlo, dunque nella nostra comunità diaconale, come in tutte le realtà ecclesiali, ci deve essere stima reciproca anche nelle parole, per crescere nella comunione.
Il vescovo ha ascoltato con attenzione le nostre esperienze sia dei diaconi più anziani, sia di noi aspiranti in cammino.
E’ intervenuto il nostro formatore e responsabile Don Elvezio, riferendo quello che abbiamo fatto in questi anni con gli incontri fatti, scanditi dalla preghiera e dalla lettura dei documenti del magistero sia sul diaconato sia su altre tematiche morali, teologiche e liturgiche , ricordando i ritiri spirituali vissuti insieme.
Il nostro pastore ci ha ringraziato per il servizio e la disponibilità che diamo per il bene della nostra chiesa diocesana.
Ha ribadito un aspetto fondamentale che il vicario mons. Romoaldo Scarponi, anche lui presente all’incontro, afferma ogni volta che in passato ci ha incontrato.
Il diacono è innanzitutto uno sposato che deve vivere bene il sacramento del matrimonio. La diaconia, il servizio a Cristo si deve vivere primariamente in famiglia con la moglie e i figli. Per essere diacono infatti occorre il consenso firmato della moglie.
Poi quando si è svolta bene la diaconia familiare, il diacono è a disposizione del vescovo e della diocesi.
Il diacono non è un sacrestano che svolge tutto in parrocchia, perchè per essere sacrestano non serve essere ordinato diacono.
Tutti quelli che hanno un po’ di passione per le cose di Dio possono essere sacrestani.
Se il vescovo chiama per un servizio in diocesi, prima viene questo, poi viene la parrocchia e anche i parroci, aiutati fraternamente dai diacono, lo devono capire.
Inoltre è importante per un diacono la preghiera e la formazione permanente teologica, perchè quando è chiamato a fare le omelie non parla per se stesso, ma per la chiesa e dunque occorre essere preparato bene per guidare rettamente la comunità cristiana.
Il vescovo Carlo, trasmettendo incoraggiamento ed entusiasmo a tutti, ci ha invitato ad andarlo a trovare per dei colloqui personali, ci ha promesso una sua presenza una tantum ai nostri incontri mensili e si è proposto per farci da predicatore ai nostri prossimi esercizi spirituali.
Grazie Eccellenza per la serata che ci ha regalato e per l’incoraggiamento che ci ha trasmesso.