Dalla ricerca del Centro Studi della Cna emergono dati allarmanti sulla pressione fiscale che pesa notevolmente proprio in un momento in cui la crisi è ancora molto forte.
I dati territoriali di questa ricerca sulle entrate erariali e locali, che incidono sulla pressione fiscale complessiva, evidenziano che nel Piceno famiglie, artigiani e imprese stanno pagando oltre sette milioni di tasse in più al mese rispetto al 2012, anno in cui, sempre da questo studio del Cna, la pressione fiscale è passata dal 42 al 44 per cento circa. Insomma un aggravio che pesa pure sui neonati se consideriamo che tale cifra è pari a 33 Euro, e qualche centesimo, in più al mese per ogni abitante del Piceno. Le imposte che hanno inciso sono state, spiega Francesco Balloni, direttore provinciale della Cna, la trasformazione dell’Ici in Imu. La nuova imposta sugli immobili, che ha colpito selvaggiamente capannoni, laboratori, negozi, gli immobili strumentali insomma, quelli che creano lavoro e ricchezza diffusa, è costata ai contribuenti del Piceno intorno ai 49 milioni di Euro.
“Questo senza dimenticare – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli – che l’impennata del 24 per cento dell’imposta di fabbricazione sui carburanti ha permesso al fisco di introitare maggiori entrate per oltre un milione e mezzo di Euro. Maggiori entrate di certo non dovute alla crescita dei consumi, che anzi si sono ridotti, ma appunto all’impennata della tassazione”. Situazione più o meno confermata, fin d’ora anche nel 2014.
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