Dottore magistrale in Scienze umane e pedagogiche con tesi su “Inclusione e ben-essere sociale: una storia di autismo per capire”. Votazione 96 su 110.
Un successo cercato, voluto e sudato.
Perché Pier, che da nove anni studia all’Università di Padova, è il primo ragazzo affetto da autismo severo ad aver raggiunto il traguardo della laurea.
Certo, si dirà, è opportuno usare la massima prudenza e non dare facili illusioni a quei tanti giovani che vivono gravi condizioni di disabilità.
Quei ragazzi che si trovano messi ai margini da un sistema scolastico che troppo spesso non si dimostra all’altezza e preferisce parlare di inclusione senza darne prova.
Ma la storia di Pier è, più di ogni altra cosa, un soffio di speranza per tutti i giovani in difficoltà e per quelle famiglie che desiderano per i loro figli un futuro normale.
Nient’altro che questo, un futuro normale in cui ciascun ragazzo possa realizzarsi per quello che è.
E Pier, 33enne trevigiano, ci è riuscito grazie al supporto di una famiglia che è stata in grado di stargli accanto nel modo giusto e di un istituto universitario che non si è arreso di fronte alla diversità ma ha deciso di investire in essa.
Pier non è rimasto a colorare in silenzio tanti pallini a quadretti nei corridoi della scuola, come racconta nella sua tesi ricordando i tempi delle medie.
E anche se riesce a rispondere verbalmente con frasi brevi e non è in grado di esprimersi a voce con un linguaggio complesso, è andato avanti con la sua forza di volontà e la spinta di tanti che, in questo percorso, hanno impegnato anche una parte della loro vita.
Sia quello di Pier un buon auspicio per l’ambizioso programma scolastico annunciato da Matteo Renzi: che la scuola, prima di ogni altra agenzia educativa, possa davvero essere luogo di inclusione e cultura della diversità. È lì che Pier ha vinto la sua guerra e ha guadagnato l’alloro. Un finale normale, per una storia normale.