DIOCESI – Ieri mattina si è tenuta, presso il Convento di San Lorenzo di Acquaviva Picena, la liturgia del Mercoledì delle Ceneri per tutti i presbiteri, presieduta dal Vescovo Carlo con la partecipazione del Vescovo Emerito Gestori.
Dopo la lettura dei brani della liturgia si è tenuta l’omelia del Vescovo Carlo, durante la quale vi è stata una parola ripetuta più volte, misericordia, che è alla base del messaggio che Il Vescovo Carlo ha voluto lasciare ai presbiteri: “Come abbiamo sentito nella lettura di Gioèle, il Signore […]si muove a compassione del suo Popolo.
Il peccato, purtroppo, tocca la nostra vita, ma dal fondo del nostro peccato vediamo qualcosa che è molto più grande di esso: la misericordia di Dio che ci ridà la speranza, ci mostra sempre una possibilità di redenzione ed è alla base della nostra fiducia in Lui.
In tutto questo, però, dobbiamo lasciare ogni forma di ostentazione, come ci ricorda il brano del Vangelo di Matteo appena letto: non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe, negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente, perché noi presbiteri non possiamo ostentare nulla, che non vuol dire che il Signore ci invita a nasconderci.
Perché nasconderci? Per nessun motivo.
Non dobbiamo nasconderci ma dobbiamo piuttosto non ostentare una superiorità che non abbiamo perché per il ministero siamo guide, ma come cristiani siamo in cammino con i nostri fedeli.
Dobbiamo togliere qualsiasi forma di ipocrisia, parola che il Papa Francesco ha definito con questa frase “peccatori sì, lo siamo, ma corrotti no” perché un conto è la nostra fragilità umana, che non è ipocrisia ma peccato che confessiamo, e un conto è fermarsi volontariamente nel nostro peccato, sono due cose diverse davanti a Dio.
L’ipocrisia è quando manca l’impegno onesto e sincero davanti al Signore, l’ipocrisia è quando c’è l’ostentazione senza l’impegno del cammino cristiano; quando c’è questo cammino cristiano, la misericordia del Signore non manca mai.
E’ ricco di misericordia e grande nell’amore.
Carissimi sacerdoti, questa ricchezza della misericordia del Signore, noi presbiteri la vediamo nel più grande atto di misericordia che Egli ha fatto per noi: la chiamata al sacerdozio.
Pensate quanta fiducia e quanta misericordia del Signore in questa chiamata, chi di noi può dire “mi ha chiamato perché ne ero degno”? Nessuno.
Ci ha chiamato per la sua grande bontà e misericordia, ci ha messo in questo cammino perché potessimo far passare attraverso di noi qualcosa della sua misericordia e farla giungere ai nostri fratelli”.
A conclusione dell’omelia il Vescovo ha invitato i presbiteri a riconoscere la misericordia di Dio in questo cammino quaresimale: “ Stiamo iniziando questo cammino penitenziale che ci porta al riconoscimento dei limiti della nostra povertà, della nostra debolezza e della nostra fragilità, ma riconosciamo anche che c’è questa misericordia immensa di Dio che vuole avvolgerci, che con le sue braccia vuole teneramente prenderci ed accompagnarci. Ecco lasciamoci accompagnare da questa misericordia del Signore e sarà davvero una Quaresima che ci porta alla Pasqua”.
Al termine della celebrazione i presbiteri si sono riuniti in una sala del convento dove i frati agostiniani hanno gentilmente offerto un frugale pasto con pane e olio, frutta e acqua, consumati in un’atmosfera fraterna e cordiale.