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In questi giorni Emanuel come un passerotto è volato in cielo, la lettera dei genitori Monia e Gilberto

Corpus Domini 52

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – In questi giorni Emanuel come un passerotto è volato in cielo. Per la sua famiglia e per la comunità è stato un momento di forte dolore ma anche di grande speranza. Per tanti è stata occasione di riflessione. Pubblichiamo la lettera dei genitori, Monia e Gilberto.

“Cari amici, in questi giorni così difficili e misteriosi che il Signore ha preparato per noi, sono tanti i pensieri che si affollano nel nostro cuore e nella nostra mente. Il nostro cuore è così sovrabbondante di dolore, ma anche di speranza, che sentiamo il bisogno di condividere con voi stasera, alcuni pensieri.

Il primo di tutti che scandisce ogni attimo della nostra giornata è il pensiero del nostro bellissimo angelo Emanuel, la cui vita ci ha donato l’occasione di riconsiderare tutto di noi, per affidarci totalmente nelle mani di Dio e di Maria.
Non avremmo mai immaginato di vivere la perdita di un tenero figlio, ma mai ci siamo chiesti “Perché proprio a noi”.
Eppure siamo qui stasera e preghiamo con nostro figlio, che intercede in cielo per noi. Due settimane fa mi diceva “mamma basta con queste preghiere!”… forse nel suo piccolo cuore già sapeva che sarebbe stato presto con Gesù.
Il martedì sera però, durante la recita del rosario in casa, ha cercato una coroncina di colore rosso che gli piaceva molto e che ha voluto tenere tra le sue mani. In casa ci sono rosari di tutti i tipi.
Nell’ultimo anno abbiamo sgranato il rosario quotidianamente ricevendo da Maria leggerezza nei pensieri più bui e un po’ di serenità.
Grazie alla forza della Spirito da noi invocato nei momenti di maggiore difficoltà gli occhi di Emanuel hanno sempre conservato una strana limpidezza che non è tipica dei bambini ammalati come lui…non so come spiegarlo… Emanuel ha subìto 5 interventi, dopo i quali ha sempre avuto la forza di ritornare a giocare, seppure indebolito e dolorante.
Era affezionato ai suoi giochi, soprattutto alle sue macchinine con le quali più volte ha intrapreso viaggi fantastici…non nego che con i soldi della Provvidenza abbiamo anche comprato i giochi che hanno riempito parte delle giornate di Emanuel a Genova ed anche qui, quando rientrati con la triste comunicazione che nulla c’era più da fare, abbiamo cercato di non deludere mai le sue semplici aspettative.

La vita nuova di Denis ed il presagio della morte di Emanuel hanno messo in crisi le nostre vite.
Prima che accadesse tutto questo, il lavoro era al primo posto nelle priorità della giornata, nella convinzione che senza lavoro non era possibile mangiare e così veniva meno l’attenzione per le cose più urgenti della vita.
Ma la vita ci ha costretti a riconsiderare ogni cosa: Emanuel ed il suo bisogno di cure immediate e di amore hanno reso impossibile lavorare; il trasferimento in un’altra città si è reso necessario e la ricerca di un aiuto per noi stessi urgente.

Quando ci siamo trovati a Genova ed avevamo bisogno di essere guardati ed accompagnati, Don Gianni ci ha messi in contatto con il caro Padre Eugenio parroco in un bellissimo Santuario, il Santuario della Madonnetta che distava non poco da quella che era diventata per noi una nuova casa, ma che puntualmente io raggiungevo almeno una volta la settimana per mantenere il mio cuore docile attraverso la preghiera comunitaria, mentre Gilberto affiancava Emanuel in ogni istante.
La Provvidenza piano piano e con nostra meraviglia ci ha raggiunti attraverso molti volti che si sono fatti prossimi a noi.
Non possiamo non ringraziare le persone delle Associazioni che in Genova ci hanno aiutato a sentirci a casa, le persone dell’Unitalsi con le quali abbiamo condiviso i nostri viaggi della speranza, la mia famiglia e quella di Sandra, insieme hanno camminato, operosamente, passo dopo passo, la comunità della SS.Annunziata tutta che ci ha raggiunti in quel 25 aprile in cui si celebrava il Battesimo di Denis che irrompeva alla vita e che ci ha accompagnati attraverso la preghiera, e tutti gli amici e le persone (come l’Associazione Noi Samb) che da ogni parte hanno avuto un pensiero per noi e concretamente ci hanno dato supporto e continuano tutt’ora a farlo.

Il Signore ha pensato anche alle cose materiali e lo ha fatto di gran lunga meglio di noi!
Non ci siamo mai, davvero, sentiti soli!
L’esperienza della sofferenza che ha accompagnato tutto il nostro anno passato e che continua a segnare il tempo di oggi ci ha resi meno presuntuosi nei confronti della vita, più umili imparando a chiedere aiuto, laboriosi nella ricerca di un senso nelle cose che avvengono, attenti al particolare, ad ogni particolare ed al tempo donato, più credenti nella Provvidenza che in noi stessi e soprattutto come ci ricordava Don Francesco abbiamo dovuto guardare in faccia ed accettare, assumendola su di noi, quella Croce che abbiamo tentato di allontanare in tutti i modi.
Abbiamo cercato in ogni modo il miracolo della guarigione per Emanuel che non c’è stato, ma siamo certi che la luce che da Emanuel si è sprigionata ha raggiunto i cuori di molti. Noi sentiamo presente il nostro angelo, perché lui non può che essere un angelo del Paradiso.
Un bimbo che a quattro anni non ha ancora imparato la cattiveria del mondo e che ha già sofferto molto come Gesù non può che avere un posto d’onore accanto a Maria e al nostro Dio.
Abbiamo cercato di custodire ogni cosa così, come Emanuel aveva custodito in sé ogni ricordo (ogni tanto ricordava qualche volto incontrato, qualche luogo visitato, qualche gioco fatto…) ed in questi giorni stiamo tentando di ripercorrere ogni cosa, ogni passo affrontato per rileggere tutta la nostra storia ed essere certi che nulla viene al caso ma è volontà di un Altro che sebbene sembra averci tolto tutto, ci restituirà il centuplo.
Grazie di cuore perché davvero non siamo soli”.