SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riportiamo il messaggio di benvenuto della Comunità di San Pio X al Vescovo Carlo letto da Nicola Antolini presidente parrocchiale di Azione Cattolica, in occasione della celebrazione per l’apertura dell’anno centenario dalla morte di San Pio X.
Carissimo Padre,
a nome dell’intera Comunità Parrocchiale di San Pio X, desidero darle il benvenuto in mezzo noi, tra la nostra gente. Con riconoscenza le rivolgiamo il saluto dell’Apostolo Paolo: “grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e di Cristo Gesù Signore nostro”.
In queste occasioni la tentazione, sempre in agguato, è quella di presentarsi con enfasi eccessiva, tendendo per un verso ad esaltarsi oltre misura o, al contrario, ad eccessivamente abbassarsi. In entrambi i casi non sarebbe il nostro cuore a parlare, ma la spinta di astratti ragionamenti.
La comunità di San Pio X è grande, variegata, complessa. Con i suoi drammi e le sue gioie, i suoi problemi e le sue risorse. E’ tra le Parrocchie più popolose della Diocesi e, come tale, rappresenta un centro di carismi vari, che, a volte, non trovano la giusta armonia e il sereno accordo. Ecco perché, nel porgerle questo saluto, vengono alla mente le parole della “novo millenio ineunte”, nella quale il Santo Papa Giovanni Paolo ci invita alla SPIRITUALITA’ DELLA COMUNIONE, arrivando fin a portare “i pesi gli uni degli altri”. Mai come in questo momento deve essere sottolineata nella Chiesa la dimensione di comunione.
E’ nella comunione, infatti, che troviamo la spinta e la forza per camminare sulle strade di un mondo che offre unicamente occasioni per relazioni fragili e divisioni laceranti. E’ la comunione con lei e tra di noi che vogliamo continuare a vivere. Come laici, poi, afferrati dalla forza penetrante del Vangelo di Cristo, è solo innestati in questa comunione gioiosa che saremo capaci di uscire dal tempio per stare sul sagrato, nel mondo, e “rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze, in cui essa non può diventare sale della terra se non per mezzo [nostro]” (cit. Lumen Gentium).
Di una cosa, per concludere, vogliamo infine esortarla: di incentrare la testimonianza e la missione sui poveri e sull’Eucaristia.
I poveri, sempre più, devono essere il nostro specchio, la nostra misura.
Molti, forse, anche all’interno della comunità, pensano che San Benedetto del Tronto non viva fenomeni di vecchie e nuove povertà, di emarginazione sociale, di sfruttamento. Anche qui, però, sono presenti coloro che non solo faticano ad arrivare alla fine del mese, ma che, addirittura, non sanno proprio come iniziarlo.
L’attenzione ai poveri, però, ci innesta nella logica trasformante dell’Eucaristia, il Sacramento dell’Amore. L’Eucaristia, attraverso l’adorazione quotidiana, è il perno attorno al quale ruota l’intera attività pastorale e di evangelizzazione. Per questa nostra comunità, riprendendo una felice espressione di Papa Benedetto XVI, “l’Eucaristia non è solo fonte e culmine della vita della Chiesa; lo è anche della sua missione: «Una Chiesa autenticamente eucaristica è una Chiesa missionaria»” (cit. Sacramentum Caritatis).
Carissimo Padre ci sostenga in questo compito, saldiamo sempre più la comunione con Lei e tra di noi, percorriamo questo tratto di strada sulle vie della storia, per arrivare a dire, con Paolo, “Il [nostro] vivere è Cristo” (Fil. 1,21).