Il Web compie 25 anni. Nel 1989 nessuno iniziava la giornata leggendo i giornali online, commentando le foto degli amici sui social network o cercando la soluzione a un problema su un blog. Il 12 marzo di quell’anno Tim Berners Lee, un ingegnere informatico del Cern di Ginevra, presentava al suo superiore una proposta per ottimizzare lo scambio di informazioni tra le diverse sezioni, laboratori e gruppi di ricerca dell’istituto ginevrino. Su quel foglio era stato tracciato uno scarno algoritmo che sarebbe diventato, con la collaborazione dell’ingegnere informatico Robert Cailliau, il World wide web. In occasione della ricorrenza James Gillies, capo ufficio stampa del Cern, presente a Ginevra già nel 1989 e autore del libro “How the Web was born” (come nacque il Web) con lo stesso Cailliau, ripercorre con il Sir questi 25 anni e lancia uno sguardo al futuro.
James Gillies, quali erano gli obiettivi che il Cern voleva raggiungere attraverso il World wide web?
“Il web fu il risultato di un’iniziativa individuale di Tim Berners Lee, non era un progetto ufficiale del Cern, almeno all’inizio. Tim capì che c’era bisogno di un modo più semplice per condividere le informazioni tra i sistemi informatici in internet perché la comunità di scienziati coinvolta nei progetti del Cern diventava sempre più numerosa. Il suo supervisore, Mike Sendall, riguardo alla proposta scrisse la famosa frase ‘vago, ma eccitante e consentì a Tim di proseguire”.
Cosa ispirò l’invenzione del web?
“Era il momento giusto per l’invenzione di Tim. Alla fine degli anni ‘80 iniziava a essere comune per le persone avere un computer sulla scrivania. Internet era ormai una piattaforma ben affermata e anche gli ipertesti erano ben sviluppati. Tim intuì i vantaggi che si sarebbero potuti avere unendo questi due elementi insieme”.
Dal 1989 al 2014: il web oggi e la rete che il Cern aveva immaginato?
“Penso si possa dire con certezza che il web ha superato le aspettative di chiunque fosse al Cern nel 1989. Eccetto forse Tim Berners Lee!”
Cosa pensa del web 2.0 e dell’evoluzione del Web provocata da blog e social network?
“Il web 2.0 ha democratizzato l’informazione e noi ne vediamo gli effetti. Il giornalismo sta cambiando significativamente attraverso l’unione tra informazione tradizionale e media online. Qualche giorno fa ero al lancio di una nuova pubblicazione della ‘Wellcome Trust’ chiamata ‘Mosaic’ che con licenza ‘creative commons’ fornisce articoli di approfondimento di qualità, molti dei quali sono stati ripresi dai media tradizionali”.
Wellcome Trust e un’istituzione britannica che ha come scopo promuovere la salute dell’uomo e degli animali sostenendo la ricerca e il 4 marzo ha lanciato la piattaforma Mosaic con una licenza per la fruizione pubblica legale degli articoli. Detto questo, a favore dei nostri lettori, le chiedo : quale sarà il futuro del web nei prossimi anni? A che punto saremo alla fine del ventunesimo secolo?
“Penso che la risposta a questa domanda dipenderà dal successo dell’iniziativa di Tim Berners Lee ‘Il Web che vogliamo’, che sarà lanciata il 12 marzo per evidenziare il venticinquesimo anniversario della sua proposta”.
Il Web e un’occasione di unione o di divisione globale dovuta al “digital divide”?
“Dipende moltissimo da come le persone lo usano”.
C’e un digital divide dovuto all’età ovvero il web ha provocato una cesura intergenerazionale?
“Sì, io penso che ci sia un effetto generazionale, ma che non sia solo ristretto al web. È un fenomeno sociale più ampio. Per esempio, in Occidente le giovani generazioni tendono a essere molto più a loro agio nel rinunciare alla loro privacy rispetto alle generazioni più vecchie, le persone dalle quali quelle libertà civili furono duramente conquistate”.
Come sarebbe il mondo senza il Web? Quali tecnologie o ricerche, ad esempio tra quelle sviluppate dal Cern, non sarebbero mai apparse?
“Senza il Web avremmo avuto tecnologie similari. Internet e personal computing erano realtà acquisite già prima. Quello che il Cern ha fatto per fare del web ciò che e oggi e stato di donarlo del tutto gratuitamente al mondo nel 1993. Questo, unito ai contributi del ‘W3 Consortium’ (ente che si occupa dello sviluppo del web) per mantenere gli standard significa avere un solo web, non innumerevoli e diversi. Senza il gesto del Cern nel 1993 avremmo avuto tanti sistemi proprietari per condividere l’informazione su Internet e avremmo avuto uno spazio meno democratico e più commerciale rispetto a quello odierno”.