PROVINCIA – Ancora stamattina per le strade intorno alle scuole c’erano cumuli di sale. Una quantità di sale enorme è stata rovesciata per le strade come rito scaramantico per i 100 giorni all’esame!
Gli studenti dei quinti anni si erano attrezzati con una quantità esorbitante di sale, sacchi e sacchi da 25 chili, sale poi sparso ovunque, con i relativi disagi, che è stato lanciato addosso a chiunque cercasse di varcare i cancelli scolastici delle scuole superiori. Risultato professori che si sono organizzati per arrivare a scuola prima degli studenti, auto lasciate lontano dagli edifici scolastici e scuole deserte, dato che anche le altre classi dal primo in poi non si sono avvicinate agli edifici scolastici per non essere bombardati e strade bianche di sale da ripulire. Poi i ragazzi del quinto anno con tuta bianca, quella usa e getta dei pittori, e sacchi di sale, dopo la guerriglia del sale sono partiti per raggiungere un santuario.
Un rito scaramantico, che forse ha preso un po’ la mano, per i 100 giorni all’ esame di maturità. 100 giorni alla fine di un tempo della propria vita segnato dai ritmi della scuola superiore, 100 giorni… in effetti ci sono tanti modi per segnare questo tempo: c’è l’occasione di una giornata insieme a quei compagni con cui si sono condivisi anni di studio (più o meno), di gite, di compiti in classe, scritte sui banchi… per una gita ai santuari. Chissà se lo spazio per riti magari scaramantici sia non tanto per l’esame in sé e il voto, ma per quello che verrà poi.
Certo il lancio del sale appartiene a quei riti scaramantici antichi, c’è chi metteva dei chicchi di sale nella culla come bene augurio, chi ne regala un sacchetto come scaccia negatività, si lancia indietro quando si rovescia sul tavolo… perché? Perché il sale è prezioso, lo sapevano bene gli antichi, i romani venivano fino a noi attraverso appunto la Salaria, a prendere il sale. Il salarium era il pagamento ai soldati: un sacchetto di sale, il salario del lavoratore. Il sale è stato la scintilla di parecchi episodi di guerre locali nella storia d’Italia, ma anche della marcia del Sale, non violenta, contro la tassa sul sale, di Gandhi. Lo sa chi deve percorrere strade ghiacciate quanto sia utile! Il sale da sapore, se il sale perdesse il sapore con cosa lo si potrebbe rendere salato? Lo si dice nel Vangelo, quando Gesù dice di essere il sale della terra. Il sale! Un elemento prezioso ma attenti troppo sale rovina. Il sale cosparso sulla terra la rende non più fertile, troppo sale nel cibo lo rende immangiabile. E chissà se troppo sale non rovina anche la festa!
E allora a 100 giorni all’esame, guardando i cumuletti di sale lungo i bordi delle strade intorno alla scuola, pensando al prezioso bene che esso è, buttato lì a esser rovina più che insaporire, pensando a quanto sarebbe stato utile altrove. Vorrei augurare agli studenti di conservarne un pugnetto, non di più, 100 chicchi, per dare il giusto sapore a ogni giorno. E un po’ di sale per i prossimi anni della vita che sceglieranno, perché sia una vita di sapore giusto e buono. Di essere sale per questo nostro paese che di sapore buono ha sempre bisogno. Un po’ di sale ma q.b.!
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