“Non ero libera, era brutto, mi hanno picchiato tanto” ripetono le ragazze, con la voce rotta e l’occhiata sfuggente di chi non riusciva più a guardarsi se non come il riflesso sui vetri della auto che si fermano al ciglio della strada. Nello scorrere delle immagini, in poco più di un minuto, si consuma una testimonianza drammatica di botte e di brutalità inaudite, in cui la vergogna e l’umiliazione di queste ragazze dal volto pulito è così nitida da divenire insostenibile. Sono migliaia le donne, anche giovanissime, che vengono sistematicamente piegate con la violenza, la paura, la sopraffazione, a vendere il proprio corpo sulle strade italiane, dove l’inesausto flusso di clienti perpetua una terribile schiavitù.
Le mafie internazionali si spartiscono il territorio, gestendo saldamente il racket e il traffico di donne attirate in Italia con la promessa di un lavoro dignitoso e poi costrette con ogni mezzo abietto a piegarsi a una “professione” che non avrebbero mai voluto svolgere. Viviamo in una società ipocrita e vorace, che non si fa scrupolo di suggerire alle ragazzine che la via più facile e veloce per fare soldi è prostituirsi. Eppure è la stessa società dove un anziano prete, armato solo del suo coraggio, del suo sorriso e di un mazzo di rosari, non ha avuto paura di andare a portare la speranza tra chi non ne aveva più: “Don’t worry, don’t worry” diceva don Benzi alle ragazze nella nebbia: “non abbiate paura”, come Giovanni Paolo II, come Papa Francesco.
“Per le donne crocifisse” è la via crucis organizzata dall’Associazione Comunità Giovanni XXIII in collaborazione con la Diocesi di Roma, e l’adesione di molte realtà cattoliche e del Terzo Settore. L’appuntamento è per domani sera, 21 marzo, in P.zza SS. Apostoli a Roma per abbracciare simbolicamente tutte le strade di questo orribile mercato, per donare solidarietà e innalzare la preghiera.