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Scopriamo insieme al Gruppo Monteprandone 1 il significato della promessa scout!

Di Sara Mattioli

In questi ultimi giorni la parola “scoutismo” è apparsa ripetutamente in molti articoli di giornale scritta in maniera più o meno consapevole.
Personalmente, penso che la consapevolezza venga dalla comprensione. Per capire ogni cosa bisogna addentrarsi in profondità, andare alle radici.
Lo scoutismo, per chi si ferma in superficie, non è altro che bambini e adulti vestititi in pantaloncini corti anche d’inverno che accendono fuochi per mangiare quando ogni casa è dotata di un buon impianto di gas, che dormono in tenda quando ci sono molte case in cui trovare ospitalità, che dormono per terra anche se a pochi metri ci sono dei comodi letti. Beh, tutto questo è solo la superficie dello scoutismo, la parte esteriore.
Penso che scendere alla radice dello scoutismo sia andare a vedere quello che lega tutti gli scout del mondo (che sono ben 38 milioni tra bambini, ragazzi ed adulti, uomini e donne di 216 paesi diversi): la Promessa.
Quelle poche parole scritte (e modificate fino alla forma definitiva) dal nostro fondatore Baden Powell nei primi anni del 900 e che ancora, con qualche leggera modifica, risuonano sulle labbra di tutti quei ragazzi e ragazze che ancora oggi chiedono di pronunciare la loro Promessa.
Ma che cos’è questa Promessa? Non è altro che un patto, un impegno che ogni ragazzo desidera portare avanti non per una settimana, non per un mese e neppure per un anno, ma per tutta la sua vita. Si, proprio quei ragazzi che oggi diciamo non essere capaci di niente, di prendere impegni ancor meno. E’ un impegno preso principalmente con se stessi, davanti a Dio e a tutta la comunità scout. Le parole pronunciate non sono molte ma ognuna di esse è un sigillo per la vita. “Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di fare del mio meglio per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio paese, per aiutare gli altri in ogni circostanza, per osservare la legge scout”.
L’impegno lo si prende più o meno consapevolmente, ma nessuno che abbia fatto la sua Promessa può tirarsi indietro di fronte a qualcuno che abbia bisogno di lui. Il nostro fondatore diceva che: “tu prometti sul tuo onore di fare qualcosa e vorresti piuttosto morire che venir meno a tale promessa”.
Spesso pensiamo che questo sia un impegno troppo grande per i nostri giovani e che nessuno di essi abbia voglia di “promettere sul proprio onore”.
Il giorno 23 Febbraio a Castignano ben 10 lupetti e lupette (bambini dagli 8 agli 11 anni), 16 esploratori e guide (ragazzi dagli 11 ai 16 anni), 3 rover e scolte (ragazzi dai 17 ai 21 anni) del gruppo scout Monteprandone 1 hanno pronunciato la loro promessa. Questi 30 bambini e ragazzi hanno fatto la loro scelta, i più piccoli con parole più semplici, i più grandi sicuramente con più consapevolezza e con qualche difficoltà in più nell’accogliere questo nuovo stile di vita, che spesso stravolge la vita. E’ bello vedere lupetti che letteralmente saltellano di gioia nel vedere il loro nuovo fazzolettone, simbolo di tale promessa, appeso al collo (con il quale andranno probabilmente anche a dormire la sera stessa) e i più grandi che pur non saltellando guardano con ammirazione il loro nuovo fazzolettone finalmente sulla camicia; quello stesso fazzolettone che porteranno per tutta la vita appeso al cuore, anche quando non sarà più tempo di portarlo al collo. Per noi tutti capi l’emozione è sempre la stessa, sentirsi parte di un disegno che è sopra di noi e di cui, più o meno degnamente, facciamo parte, avere tra le mani un’altra mano che davanti a te promette per tutta la vita. E’ bello emozionarsi davanti ad un bambino che, un po’ infreddolito, non ricorda più le parole da pronunciare o davanti ad un ragazzo che fiero pronuncia scandite tutte le parole una dopo l’altra. Ogni anno e ogni promessa ha il suo modo di sorprenderci, di ricordarci che è quello il midollo dello scoutismo e nient’altro.
In realtà ogni promessa è preparata già da un paio di mesi e la preparazione culmina con la veglia d’armi: come i cavalieri medioevali si preparavano e pregavano per l’intera notte prima dell’investitura a cavalieri, così anche gli scout vegliano sulla loro promessa, si preparano, riflettono ancora una volta sul suo significato, chiedono a Dio di essere aiutati in questo cammino, ascoltano la voce dei più grandi che raccontano la loro esperienza.
Le giornate del 22 e del 23 Febbraio sono state per il nostro nuovo gruppo scout Monteprandone 1 anche un’occasione per stare tutti insieme. Il Sabato è iniziato con il Thinking Day: momento in cui tutti gli scout del mondo si fermano a riflettere sul senso del movimento in occasione dei compleanni dei fondatori dello scoutismo e del guidismo Baden Powell e sua moglie Olave. Dopo essere arrivati a Castignano con un breve percorso a piedi, abbiamo celebrato la messa nella bellissima chiesa di San Pietro con il nostro parroco Don Pierluigi, abbiamo cenato tutti insieme e vegliato sulle promesse. Il mattino seguente è iniziato con la ginnastica appena svegli, poi le promesse alla presenza dei genitori, il pranzo e per concludere un bel momento di animazione dove capi e ragazzi sono stati protagonisti, tra gli applausi dei genitori.
In realtà credo che anche il Signore in questo giorno ha voluto lasciare un messaggio a tutti i bambini e ragazzi che hanno pronunciato la loro Promessa: il Vangelo domenicale ci ha chiesto infatti “amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano affinché siate figli del padre vostro che è nei cieli […] Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” che non può che essere fine e compimento della promessa di ogni cristiano.
Buona caccia e buona strada a tutti quelli che in questo giorno hanno pronunciato la loro promessa.

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