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Thailandia, il primo monastero maschile (monaci vietnamiti)

Di Umberto Siro

Sorge nella zona periferica della città di Chiang Mai, nella provincia di Lamphun, a Nord del Paese, il primo monastero maschile thailandese. È stato inaugurato lo scorso 18 gennaio – ha riferito l’Agenzia Asia News – durante una cerimonia religiosa alla quale hanno partecipato oltre 400 persone, celebrata da monsignor Francis Xavier Vira Arpondratana, dal 2009 vescovo della diocesi di Chiang Mai e dal vescovo di Padova Antonio Mattiazzo. Quest’ultimo – che aveva suggerito e si era impegnato per alcuni anni per la realizzazione del monastero, dopo aver ricevuto una risposta positiva dall’abate Stephane Huynh, responsabile del monastero benedettino di Thien An (Hue) in Vietnam – nel corso dell’inaugurazione, aveva affermato: “È un sogno che si concretizza grazie al supporto di tante e tante persone che hanno creduto a questo progetto! Maria accompagni e cadenzi i vostri passi, ritmi l’ora et labora quotidiano, siate segno, siate sguardo di Dio in mezzo a tutta questa bellissima gente che oggi è stata richiamata qui da questo nuovo inizio”. La Chiesa del Triveneto cura missioni nel Paese asiatico e sono due, in particolare, le realtà affidate a sei “fidei donum”, entrambe nella diocesi di Chiang Mai.

Monaci originari del Vietnam. Il “Cielo di Thailandia”, così è stato chiamato il Monastero, dispone di dieci celle per i monaci, otto stanze di foresteria per gli ospiti e una cappella al piano terra. I cinque monaci attualmente presenti – compreso l’abate Stephane Huynh, che si è ritirato per l’età avanzata ed ha deciso di venire a vivere nella nuova fondazione thailandese – seguono l’antica regola di san Benedetto, alternando momenti di preghiera (la liturgia delle ore) con quelli di lavoro, con la coltivazione di mais, riso e alberi da frutta. Sono tutti originari del Vietnam, dove esistono già tre monasteri benedettini – che hanno originato negli ultimi anni una grande fioritura di vocazioni – e dove il governo ha vietato la possibilità di aprirne un quarto. Proprio per questa ragione, è stata accolta la proposta di poter fondare un nuovo monastero nella vicina Thailandia.

Un’opera di evangelizzazione. Su una popolazione totale di 66,7 milioni di abitanti, che professa in larga maggioranza il buddismo, della scuola Theravada, con una enclave islamica nel Sud del Paese, la presenza dei cattolici in Thailandia, così come quella degli induisti e dei sik, è esigua – tocca appena lo 0,5% – ma la comunità cristiana è fortemente connotata da grande vitalità, che si esprime soprattutto nelle attività dedicate al settore dell’istruzione e più in generale dell’assistenza sociale alla parte più povera e sofferente della popolazione. La presenza di un altro monastero benedettino – che si aggiunge ai sette monasteri di clausura femminile (appartenenti agli ordini delle carmelitane e delle clarisse) – salutata con grande gioia dal vescovo della diocesi di Chiang Mai, rappresenta un gesto di “nuova evangelizzazione”: al primo posto viene messa la vita monastica e contemplativa, che rappresenta anche il fondamento della religione buddista.

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