SAN BENEDETTO DEL TRONTO- Ha detto Don Roberto Melone: ”Zarè ci ha fatto la grazia”. Aveva perfettamente ragione nel pronunciare queste parole all’inizio della 5° raccolta viveri in collaborazione con l’associazione “Mato Grosso” a favore delle popolazioni bisognose del Perù: una giornata piena di sole e con un cielo sgombro da nubi ha accompagnato questo annuale appuntamento per la parrocchia Madonna del Suffragio di San Benedetto del Tronto.
Sabato 29 Marzo i ragazzi, giovani ed adulti dell’ Azione Cattolica parrocchiale si sono ritrovati nel cortile della parrocchia per andare per le vie del quartiere a suonare nelle case delle tante famiglie e chiedere qualche alimenti (pasta, tonno, farina, riso, scatolame ecc) da poter inviare al Perù: un bellissimo segno e gesto di carità, di rinuncia e di offerta all’altro, compiuto proprio nel periodo quaresimale.
Il tutto è iniziato con una preghiera comunitaria accompagnati dalle parole che il nostro Vescovo Carlo ha pronunciato il giorno del suo ingresso nella nostra diocesi:”
“La chiesa è chiamata ad essere luce delle nazioni, che significa? La fede non è una realtà da vivere solo nel segreto della propria intimità. Non basta essere servi nel privato della nostra vita. Essere Chiesa è fare unità vuol dire vivere una vita di comunione nella fede che diventi modello di carità per il mondo. Questo a partire dalle nostre famiglie e dall’educazione cristiana che in essa viene impartita ai figli. Siamo chiamati a costruire la nostra Chiesa diocesana in modo che essa appaia Corpo di Cristo presente nel mondo di oggi. Da soli siamo piccole fiamme che rischiano di spegnersi al primo alito di vento. Insieme formiamo una grande fiamma che riscalda illumina e che non facilmente si lascia spegnere, neppure da venti contrari che, purtroppo, non mancano mai. La fiamma della fede che Gesù ci ha donato nel battesimo deve essere sempre di nuovo alimentata. Se non ci mettiamo l’olio della parola di Dio, dei sacramenti e della carità vissuta nelle relazioni tra noi, può spegnersi”
Tanta la gioia dei ragazzi nel fare a gara per raggiungere il portone delle case e suonare al citofono. La timidezza e la vergogna nel presentarsi a chi apriva la porta sono state sostituite dalla gioia e felicità nel ricevere buste piene di beni alimentari, chi più chi meno, ma l’importante era riportare anche solo un semplice pacco di farina o di pasta.
Alla fine della giornata sono stati impacchettati ben 80 scatoloni di beni alimentari: grande è stata la generosità delle famiglie ponterottesi.
Come ogni anno il ringraziamento va a don Roberto, all’associazione “Mato Grosso” con i suoi collaboratori nella preparazione degli scatoloni, a tutti i ragazzi, giovani ed educatori che hanno donato il loro tempo e le loro forze per questa raccolta, a tutte le famiglie per la loro disponibilità e generosità ma soprattutto al Signore che ci ha fatto incontrare.
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