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FOTOGALLERY Visita del Vescovo Carlo alla comunità di Acquaviva

Il parroco don Alfredo e il Vescovo Emerito con due fedeli
L'arrivo del Vescovo Carlo
Il Vescovo Emerito saluta il Vescovo Carlo
Il benvenuto del parroco, don Alfredo
Il benvenuto del sindaco Rosetti
I bambini accolgono il Vescovo
Il benvenuto del segretario del consiglio parrocchiale Straccia Quintilio
La comunità si avvia in processione verso la chiesa
Il saluto del sindaco Rosetti
Il saluto del segretario del consiglio parrocchiale, Quintilio Straccia
Il saluto di una giovanissima, Arianna Olivieri
Il coro della parrocchia San Niccolò
La preghiera dei fedeli
Offertorio
Offertorio
Offertorio
Offertorio
Offertorio
Offertorio
Offertorio
Offertorio
Offertorio
Offertorio
Lo scambio della pace
Lo scambio della pace
Lo scambio della pace
Il momento della comunione
Il Vescovo va a portare l'eucaristia ad alcune persone anziane sedute vicino alla sagrestia

 

ACQUAVIVA PICENA – Grande festa nella mattinata di domenica 30 marzo, nella comunità di Acquaviva per la prima visita ufficiale del Vescovo Carlo nella parrocchia di San Niccolò.
Ad attenderlo in strada una folla di persone ansiosa ed emozionata, insieme a loro, ovviamente, anche il parroco don Alfredo che, con il Vescovo Emerito Gestori, ha fatto gli onori di casa a Bresciani, non appena è sceso dalla macchina.
Dopo i primi saluti, tra i quali quello del sindaco Rosetti, il Vescovo si è fatto largo attraverso la folla accompagnato dalla banda e poi da un piccolo coro di bambini che si erano preparati per l’occasione.
Dopo dieci minuti per la preparazione, la processione si è avviata verso la chiesa, nella quale vi erano già molte persone in attesa.
La celebrazione è iniziata con il benvenuto del sindaco Pierpaolo Rosetti, del segretario del consiglio parrocchiale, Quintilio Straccia, e di una rappresentante dei giovanissimi, Arianna Olivieri.
I discorsi di benvenuto, del sindaco e del segretario, hanno espresso, con parole diverse, lo stesso pensiero, che può essere riassunto in queste poche frasi: come ha detto il sindaco, la comunità di Acquaviva è una comunità molto vitale, che quando è unita è forte e oggi non si è riunita intorno al Vescovo per chiedergli qualcosa, ma per offrirsi, rendersi disponibile, e sostenerlo, nel suo piccolo, in quello che per lui è un impegno gravoso, ma importante, infatti, come ha poi sottolineato il segretario Straccia, Bresciani stesso, durante l’omelia del suo ingresso in cattedrale, disse “Che cosa può fare un Vescovo in questa direzione? Da solo molto poco, ma insieme il poco di ciascuno diventa il molto di tutti”.
I discorsi sono terminati con la stessa battuta: la comunità di Acquaviva nella giornata di domenica si è sentita come una piccola Roma per la presenza del Vescovo Emerito e del Vescovo in carica.
Poi è stata la volta del saluto dei giovanissimi che hanno espresso al Vescovo la voglia di vedere in lui un punto di riferimento importante “per le nostre domande di vita, i nostri desideri di pace, di amore, di libertà, di fraternità, di confrontarci anche con chi non crede o professa altre fedi religiose. Siamo stati già conquistati dalle sue parole semplici e affettuose e dal suo atteggiamento cordiale, abbattendo tutte le barriere di sospetto, paura e indifferenza con cui a volte veniamo guardati dagli adulti“. Insomma: con un “sci’ proprie furt” al termine del discorso, i ragazzi hanno decretato la loro approvazione per Bresciani.

L’omelia del Vescovo si è incentrata sul tema della luce. La luce è Cristo ed è quella luce che ci fa andare oltre le apparenze; se ci liberiamo dalle apparenze, possiamo arrivare all’essenza delle cose, possiamo vedere Gesù e possiamo costruire un futuro con Lui e Dio. La luce della fede non esclude nessuno, infatti, come leggiamo nel Vangelo, i discepoli quando vedono il cieco nato chiedono a Gesù: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?”, e Gesù risponde: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio”, e su di lui si è posato lo sguardo di Gesù che gli ha donato la luce, ed è emblematico che il cieco sia stato lasciato solo da tutti, ha visto la luce, il miracolo, ma non viene creduto dai farisei e i genitori se ne lavano le mani, perché a coloro che chiedono del figlio, rispondono:”non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l’età, parlerà lui di se stesso”, fa pensare al rifiuto di educare il figlio, di essere educatori alla fede, spesso si dice che i giovani, oggi, non sanno arrangiarsi ma è anche vero che spesso vengono lasciati da soli. Tutti abbiamo bisogno della luce che ci indica la strada e ci da la forza di percorrere questa strada, di sostenerci gli uni gli altri e di essere un segno per le nuove generazioni.

Al momento dell’eucaristia un piccolo fuori programma, quando il Vescovo Carlo è andato a dare la comunione ad alcuni anziani seduti presso l’altare laterale, vicino alla sagrestia, non è tornato poi presso la navata centrale, ma è rimasto lì a distribuire la comunione a tutti coloro, giovani e adulti, che si erano messi in fila.

Alla fine della celebrazione, il Vescovo Carlo è stato circondato da tutti i fedeli che hanno voluto personalmente stringergli la mano e dire due parole, questa visita così attesa è terminata con molta gioia e cordialità.

Janet Chiappini: