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Da Vicenza a Maroua per stare lì dove c’è più bisogno

di Lauro Paoletto
Si vivono ore di attesa e di apprensione per i due missionari vicentini don Giampaolo Marta (classe 1967 di Molina di Malo) e don Gianantonio Allegri (classe 1957 di Schio) rapiti questa notte dalla loro parrocchia di Tchére- Tchakidjebè, in Camerun. Con loro è stata rapita anche una religiosa di origine canadese, suor Gilberte Bussier.
I due missionari sono preti “fidei donum”: don Giampaolo è in Camerun dal 2004 mentre don Gianantonio lo ha raggiunto nell’ultimo anno, ma ha alle spalle già alcuni anni di missione nelle stesse terre. In Camerun portano avanti l’impegno missionario della diocesi berica lì presente dalla metà degli anni ‘70 quando l’allora vescovo Onisto accolse la richiesta del vescovo di Sangmelima, mons. Pierre-Cèlestin Nku.
La presenza nella diocesi di Maroua-Mokolo, dove si trova la parrocchia di Tchére-Tchakidjebè, risale, in particolare, alla metà degli anni ‘80, ed è una delle scelte del XXV Sinodo diocesano quando il vescovo Onisto annunciò che “la diocesi sta per aprire una nuova missione in Africa, in una zona di estrema povertà umana e in attesa di evangelizzazione. Noi vogliamo, con questo gesto che coinvolge tutti, rendere ancora più manifesta la decisione di servire il Vangelo e coloro che sono veramente ultimi”. La nuova zona è appunto il nord Camerun, dove gradualmente si spostarono i preti allora ancora presenti a Sangmelima, per cooperare con la diocesi di Maroua assumendo la responsabilità delle parrocchie di Douroun e Douvangar. Lì arriveranno anche le Suore della Divina Volontà che oggi sono presenti con un loro Noviziato e alcune attività di promozione umana.
Dal 2007 la diocesi di Vicenza è presente, nella stessa diocesi di Maroua, con altri due preti “fidei donum” nella parrocchia di Loulou dedicata a santa Giuseppina Bakhita.
La diocesi di Maroua-Mokolo si trova all’estremo nord del Camerun, tra il Ciad e la Nigeria, la parte più povera e la più popolosa e oggetto, negli ultimi mesi, di incursioni di ribelli integralisti provenienti dalla Nigeria.
L’impegno di don Gianantonio Allegri e don Giampaolo Marta come degli altri sacerdoti “fidei donum” e delle religiose presenti in quella diocesi è quello di dare dignità a una popolazione che viene da una storia di oppressione, vittima di diverse dominazioni (islamica, tedesca, francese).
Le relazioni tra la Chiesa cattolica e l’Islam ufficiale sono in genere positive anche se, ultimamente, si assiste all’arrivo di musulmani fondamentalisti provenienti dai Paesi Arabi.
Il vescovo di Vicenza, monsignor Beniamino Pizziol, aveva avuto modo di visitare i quattro preti diocesani lo scorso gennaio. In quell’occasione aveva potuto apprezzare “la bella testimonianza di fede dei nostri preti e il lavoro instancabile che svolgono. Molto importante è la comunione che ho visto tra loro e che è fondamentale per poter ben operare”.
In queste ore di grande preoccupazione il vescovo Pizziol raccomanda la vicinanza di tutta la diocesi ai due missionari rapiti e alle loro famiglie con la preghiera.
Janet Chiappini: