Di Don Gesualdo Purziani
In Ancona i vescovi delle Marche hanno organizzato il primo convegno per mettere al centro le scuole paritarie di ispirazione cristiana nelle Marche.
A 14 anni dall’approvazione della legge 62 detta della Parità scolastica, le scuole paritarie che fanno sacrifici sempre più grandi per restare popolari, sopravvivono grazie alla volontà di chi le sceglie, di chi le gestisce e di chi ci lavora.
Il vescovo di Ancona Mons. Menichelli ha parlato di scuola come luogo sacro da amare, dove le diversità si possono confrontare e rispettare con la mediazione esperta di chi si dona all’insegnamento e all’educazione.
Tutto questo è possibile visto l’interesse e la passione dimostrata dalla platea che ha affollato l’aula magna dell’università, apprezzando anche il pavimento e i gradini come luogo di ascolto, ma servono anche accordi istituzionali e fondi a disposizione per dare continuità ad una presenza non solo strategica ma anche di grande valore educativo e pedagogico, come ha comunicato nella sua relazione il dott. Luigi Morgano che conosce bene le attività della scuola Paritaria della regione Marche.
A livello sociale è servizio pubblico voluto e istituito dalle comunità cristiane o dai comuni per rispondere alle necessità del territorio. A livello economico è risparmio enorme per lo Stato, purtroppo a carico delle famiglie che pagano le rette e contemporaneamente contribuiscono alle casse dello Stato; a volte sostenute a fatica dai comuni più avveduti e da tante iniziative che la comunità educante delle scuole stesse si attrezza ad organizzare. A livello culturale è ambiente educativo che si pone in continuità con le famiglie che hanno potuto liberamente scegliere la scuola più vicina al loro stile o desiderio educativo, morale e valoriale di riferimento; luogo di accoglienza e accompagnamento di tante situazioni familiari dense di fatiche e fragilità.
E il Governatore Spacca, presente alla manifestazione, ha detto che “La scuola deve recuperare centralità”, proponendo un protocollo di intesa con la Conferenza episcopale marchigiana sul tema dell’istruzione.
“Si stanno compiendo dei passi, ma occorre fare molto di più, soprattutto sul versante dell’allocazione delle risorse.
L’istruzione è un sistema basato sul rapporto tra scuole pubbliche e private. Un rapporto che si può esprimere al meglio nella collaborazione tra di esse. Anche nelle Marche. Un nuovo protocollo può riguardare l’istruzione, il suo ruolo, le modalità attraverso cui la formazione, nelle Marche, deve manifestarsi attraverso vie innovative ed originali.
Ci siamo lasciati imprigionare da una logica di omogeneizzazione da cui dobbiamo uscire, dando spazio alle diverse modalità con cui la comunità si esprime.
Ridare centralità alla scuola, rispettando le sue varie articolazioni, potrà restituire ai cittadini la fiducia nelle istituzioni e nella politica.
La bancarotta che l’Italia sta affrontando è intellettuale prima ancora che economica o finanziaria.
Per recuperarla dobbiamo lavorare anzitutto su valori, educazione, formazione”.
Soddisfatto si è detto il vescovo di Pesaro Mons. Coccia, organizzatore del convegno, affermando che un sostegno da parte della Regione è ormai necessario e indifferibile perché non vada perduto un così prezioso patrimonio di pluralismo scolastico e di libertà educativa, apprezzato e richiesto dalle famiglie.
Motivando che quasi tutte le Regioni hanno previsto forme di finanziamento di norma inserite nel contesto di una legge regionale sulla scuola, e comunque in sede di bilancio regionale annuale.
Soddisfatte soprattutto le 123 scuole paritarie di ispirazione cristiana delle Marche presenti al Convegno, rappresentate dalla Fism per le scuole dell’Infanzia e dalla Fidae per le scuole primarie e secondarie con i loro 7496 alunni e 745 insegnanti.
Auspicando di trovare la strada giusta per passare dalle parole ai fatti.
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