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Embrione protagonista (per un giorno) nell’aula di Strasburgo

Di Luigi Casini

L’audizione di giovedì 10 aprile presso il Parlamento europeo ai promotori e sostenitori della campagna “Uno Di Noi”, promossa nei 28 Paesi europei e conclusa con la raccolta di 1.901.947 firme (convalidate 1.721.509), rappresenta un passo “importante e significativo”: lo ha detto al Sir il parlamentare europeo e presidente del Movimento per la vita italiano, Carlo Casini, che è stato alla guida del Comitato italiano per la raccolta firme. Lo scorso mese erano stati consegnati alla Commissione europea i 28 certificati rilasciati da ciascuno degli Stati della Ue, per attestare l’autenticità delle firme raccolte e la validità della “Iniziativa dei cittadini europei ‘Uno Di Noi’”. Si è trattato di un’ulteriore tappa della complessa procedura tramite la quale le autorità europee hanno regolamentato la possibilità di accesso diretto alle decisioni comunitarie da parte dei cittadini, attraverso lo strumento dell’“iniziativa”. L’evento di Bruxelles del 10 aprile, per il quale si muoverà anche dall’Italia una delegazione ristretta che prenderà parte all’audizione, permetterà ai parlamentari europei di ascoltare gli argomenti dei promotori di “Uno di Noi”. L’audizione sarà pubblica ed è possibile che gli esponenti politici dei diversi partiti rappresentati in Parlamento pongano domande o comunque intervengano per chiarire aspetti dell’iniziativa.

Rispetto per l’embrione: l’Europa lo avrà?
 Il Parlamento in quanto tale non avrà però autorità per arrivare ad alcuna conclusione (oltretutto essendo in scadenza), in quanto la decisione finale spetterà alla Commissione esecutiva. Quest’ultima sarà chiamata a presentare un proprio rapporto (dopo le elezioni, probabilmente in autunno), per manifestare quale orientamento dare al seguito concreto di questa campagna. Casini sottolinea, al riguardo, che l’audizione di giovedì rappresenterà uno degli ultimi atti di questa legislatura, lasciando “simbolicamente” un segno circa il valore della vita per i futuri parlamentari che usciranno dalle urne del 25 maggio, e ponendo lo stesso tema all’attenzione sia del dibattito elettorale delle prossime settimane, sia nel nuovo mandato parlamentare per tutta l’Unione. Circa i contenuti, l’“iniziativa” chiedeva la “protezione giuridica della dignità, del diritto alla vita e dell’integrità di ogni essere umano fin dal concepimento nelle aree di competenza Ue nelle quali tale protezione risulti rilevante”. Nel presupposto che “l’embrione umano merita il rispetto della sua dignità e integrità”, si chiedeva alla stessa Unione europea di “garantire la coerenza nei settori di sua competenza dove la vita dell’embrione umano è in gioco”, introducendo il divieto alla sua manipolazione o soppressione e chiedendo di “porre fine al finanziamento di attività presupponenti la distruzione di embrioni umani in particolare in tema di ricerca, aiuto allo sviluppo e sanità pubblica”.

“Ecumenismo” per la vita. 
Riguardo a “Uno di Noi”, occorre ricordare che si è trattato di un vero successo sia in termini numerici, sia per l’ampia partecipazione popolare che è stata “trasversale” sia sotto il profilo politico, sia sotto quello religioso. A questo riguardo, Casini sottolinea l’“ecumenismo per la vita” che si è realizzato nei diversi Stati europei dove hanno firmato insieme, superando le differenze religiose, cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, accomunati dal valore della dignità umana fin dal concepimento. L’Italia, inoltre, ha un proprio particolare motivo di soddisfazione: è infatti il Paese che ha raccolto in assoluto più firme (631mila) delle quali il 98,88% è stato riconosciuto valido dalle autorità. Al secondo posto si è collocata la Polonia con 249mila firme ed il 95% delle conferme, seguita da Spagna e Germania. La “sfida” che attende “Uno di Noi” ora si fa più complessa, perché con l’arrivo dei nuovi parlamentari occorrerà costruire nuove alleanze sui valori della vita e farle diventare orientamenti e decisioni conseguenti.