“Lo Spirito Santo costituisce l’anima, la linfa vitale della Chiesa e di ogni singolo cristiano”. Lo ha detto papa Francesco durante l’Udienza Generale di stamattina, che ha aperto un ciclo di catechesi sui doni dello Spirito Santo, il quale, ha spiegato il Pontefice, “è l’Amore di Dio che fa del nostro cuore la sua dimora ed entra in comunione con noi”.
Come afferma il Vangelo di Giovanni (vv. 4,10), lo Spirito è “il dono di Dio” che, “a sua volta comunica a chi lo accoglie diversi doni spirituali”, individuati dalla Chiesa nel numero di sette che “simbolicamente” indica la “pienezza” e la “completezza”.
Si tratta degli stessi doni che si apprendono nella preparazione al sacramento della Confermazione e che vengono invocati nella “antica preghiera”, detta “Sequenza dello Spirito Santo”: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio.
Parlando del primo dono, quello della sapienza, il Papa ha precisato che “non si tratta semplicemente della saggezza umana, frutto della conoscenza e dell’esperienza”.
Salomone, ad esempio, al momento della sua incoronazione a re d’Israele, chiede proprio il dono della sapienza, intesa come “la grazia di poter vedere ogni cosa con gli occhi di Dio”, quando, più spesso, tendiamo a vedere le cose “secondo il nostro piacere o secondo la situazione del nostro cuore, con amore o con odio, con invidia”.
Il dono della sapienza, inoltre, viene dalla “intimità con Dio”, dal “rapporto intimo” e filiale che abbiamo con Lui.
Quando siamo in comunione con il Signore, è come se lo Spirito Santo “trasfigurasse il nostro cuore e gli facesse percepire tutto il suo calore e la sua predilezione”. In altre parole, lo Spirito rende il cristiano “sapiente”, non nel senso che “sa tutto” ma che “sa come agisce Dio”.
L’uomo saggio, quindi, “ha il gusto e il sapore di Dio” ed è “importante che nelle nostre comunità ci siano cristiani così – ha commentato il Santo Padre -. Tutto in loro parla di Dio e diventa un segno bello e vivo della sua presenza e del suo amore” che è qualcosa che “non si può improvvisare”, né “possiamo procurarci da noi stessi” ma è “un dono che Dio fa a coloro che si rendono docili allo Spirito Santo”.
Lo Spirito Santo va ascoltato, affinché ci insegni la “via della saggezza”, ovvero “vedere con gli occhi di Dio, sentire con le orecchie di Dio, amare con il cuore di Dio, giudicare le cose con il giudizio di Dio”.
Papa Francesco ha quindi fatto un esempio pratico: “Quando le mamme si stancano e sgridano i bambini, quello è sapienza?”. La vera sapienza, al contrario, è quando “la mamma prende il bambino e lo rimprovera dolcemente”, spiegandogli, “con tanta pazienza” perché “questo non si fa”.
Anche nei bisticci che possono esserci tra due sposi, la vera sapienza non è guardarsi “con la faccia storta”, bensì dirsi: “è passata la tormenta, facciamo la pace”. Il dono della sapienza, ha sintetizzato il Santo Padre, non è qualcosa che “si impara” ma è “un regalo dello Spirito Santo”.
“E così, con questa saggezza, andiamo avanti, costruiamo la famiglia, costruiamo la Chiesa e tutti ci santifichiamo”, ha quindi concluso.
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