SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa a firma del primo cittadino di San Benedetto del Tronto Giovanni Gaspari che in questo 10 aprile vuole ricordare due tragedie che hanno colpito la comunità in un recente passato.
«In questo 10 aprile sento la necessità di ricordare alla memoria cittadina due eventi che, proprio in questa giornata di 22 e 23 anni fa, segnarono indelebilmente la storia di San Benedetto del Tronto.
Ventitre anni fa l’incendio del traghetto “Moby Prince”, avvenuto poco a largo del porto di Livorno, fece centoquaranta vittime. Tra di esse il sambenedettese Sergio Rosetti e così la città pagò un nuovo, tragico tributo alla vita di mare.
Anche quest’anno l’Amministrazione comunale è presente alla cerimonia commemorativa che si svolge a Livorno per iniziativa delle istituzioni locali e dell’associazione dei familiari delle vittime. La nostra è non solo una doverosa presenza per testimoniare quanto sia viva nella città la memoria di quella sciagura, ma anche per unire la nostra voce a quella di tutti coloro che da 23 anni chiedono che sia fatta luce piena su quanto accaduto per dare giustizia alle vittime e alle loro famiglie.
Il 10 aprile di 22 anni fa, invece, l’esondazione del fiume Tronto sconvolse la vita di molti cittadini sambenedettesi, in particolare degli abitanti di Porto d’Ascoli che, nel giro di poche ore, si videro portar via dalla furia delle acque parte della loro vita affettiva e lavorativa.
Per coincidenza, nell’aprile di 22 anni dopo, grazie all’apertura del sottopasso di via San Giovanni, è stata infranta la barriera del rilevato ferroviario che rappresentava l’ostacolo principale alla ridefinizione delle prescrizioni del Piano d’Assetto Idrogeologico (PAI) che hanno impedito nella zona sud della città qualsiasi intervento urbanistico. Finora anche la divisione in due di un appartamento non era fattibile proprio per i vincoli previsti dal PAI. Con il sottopasso, che rappresenta un’importante valvola di sfogo per le acque in caso di piena, la città non avrà più zone classificate E4, cioè a rischio massimo, e ci auguriamo che ciò costituisca un impulso utile a rimettere in moto l’economia di quella zona.
Ma quello che più mi preme sottolineare è che quest’operazione si inserisce pienamente nella strategia complessiva che muove l’Amministrazione nell’individuare le opere pubbliche da realizzare, quella cioè di garantire il massimo livello di sicurezza per i propri abitanti. Rientrano in questa filosofia i lavori per la messa in sicurezza dell’Albula, quelli per il Paese Alto, l’intervento già finanziato dalla Regione per il Ragnola, tutti gli interventi in corso e quelli già programmati per adeguare il sistema fognario cittadino alle mutate esigenze urbanistiche e soprattutto climatiche. Senza dimenticare i lavori in corso e quelli prossimi all’avvio per la messa in sicurezza delle scuole, un’operazione sistematica di adeguamento alle più recenti e rigide norme che non ha precedenti nella storia cittadina».
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