PORTO D’ASCOLI – La nostra diocesi si appresta a fare festa con Don Giovanni Candellori, il 17 aprile, per i suoi 60 anni di sacerdozio.
Con i suoi 85 anni e in gran forma, merito di un gran consumo di miele pare, don Giovanni al momento è una importante presenza nella parrocchia della SS. Annunziata dove celebra quotidianamente l’Eucarestia mattutina e aiuta il parroco don Gianni nelle confessioni.
Don Giovanni, nato a Offida, venne ordinato nella cattedrale di Ascoli, dall’allora vescovo mons. Ambrogio Squintani, nel 1954, il sabato santo 17 aprile.
La prima messa l’ha celebrata il giorno di Pasqua del 18 aprile. Nella diocesi di Ascoli, ha operato e lavorato come parroco per ben 32 anni in varie parrocchie montane, spostandosi spesso a cavalcioni della fidata moto, a volte in groppa di qualche reticente asinello, da una borgata all’altra, ma confidando sempre, specie nei mesi invernali, nel lento ma fidato cavallo di S. Antonio… e rinunciando –per obbedienza- a realizzare l’aspirazione di laurearsi in lettere. Chiede poi il trasferimento nella diocesi di San Benedetto per problemi familiari nel 1987, cosi per circa otto mesi aiuta nella parrocchia di S. Filippo, viene quindi inviato per quattro anni come parroco a Rotella; richiamato in cattedrale come Canonico Penitenziere per un anno, opera successivamente per circa un anno nella parrocchia di San Giovanni, quindi per sette anni in quella di Colonnella e di nuovo, per altri sette anni ancora a San Giovanni, fino al 30 settembre 2008, data in cui arriva il tempo del riposo dagli impegni pastorali. Da quel momento circa, entra a far parte della grande famiglia parrocchiale dell’Annunziata.
Il diacono Don Piero della Ss. Annunziata che spesso lo accompagna ci dice che “Impegnato tra le varie canoniche e frazioni dei Sibillini ha imparato ad amare le cose essenziali della vita come la semplicità, l’amicizia ed apprezzare i meravigliosi panorami montani dove si dispiega la mirabile tavolozza del creatore e aumenta la vicinanza di Dio! Ancora oggi la sola prospettiva di una gita a Castelluccio o a Campotosto, magari arricchita da un frugale(?) pasto, riescono a fargli luccicare gli occhi e commuoverlo.” Continua “Sono certo di condividere il desiderio di tutti, come prima cosa, nel ringraziare il Signore per averlo chiamato al presbiterato, per avergli concesso di operare sino ad oggi, e per tanti anni ancora, nella sua vigna, ed infine per averlo donato proprio alla nostra Comunità della SS. Annunziata. Sin dalle prime frequentazioni don Giovanni appare uomo essenziale, misurato nelle parole e gesti, di cui colpisce la preparazione umanistica e storica. Sempre pronto alla battuta, ottimo camminatore, ripone nella semplicità e fedeltà evangelica la propria filosofia di vita. Uno che “vede” nell’adesione fedele al Vangelo – così come Gesù l’ha voluto e trasmesso, la sola via per una reale trasformazione, in positivo, della società”
Don Piero ci confida “Ho avuto modo di ascoltare qualche sua omelia: tra tutte mi ha colpito –per un 50° di matrimonio- la spiegazione del significato di “Sposalizio”: deriva dal latino “respondeo” ed è risposta libera e positiva ad una offerta/dono di amore. In quelle parole ho sentito vibrare tutta l’anima del prete: mi è parso più chiaro, che la vocazione – quella al sacerdozio o al matrimonio – quando è veramente tale, viene percepita come una inondazione dell’Amore di Dio che altro non desidera se non una “risposta” che necessariamente sia gioiosa, piena, libera e incondizionata. Ho in quel momento, rivissuto e compreso meglio la chiamata al matrimonio, al diaconato e al presbiterato e alla vita consacrata; ho così rafforzato la convinzione che il cristiano, perché testimone gioioso della personale e gratuita relazione sponsale con Dio, toccato dalla grazia “serve” a riproporre uguali relazioni nel matrimonio e nel servizio alla comunità, in particolare quella cristiana.”
Ci aspettiamo ancora tanti anni di servizio, di presenza e di amicizia, convinti che la sua canizie non è, come lui la definisce “un peso” per la comunità, ma un deposito ragguardevole di saggezza e di esperienza oltre che di servizio umile e concreto. Ci stringiamo a don Giovanni con sincero affetto e stima per queste nozze di “diamante” col Signore, con la segreta e malcelata speranza di festeggiare ancora insieme quelle di “platino”: Auguri, Auguri, Auguriiiiiiii !