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I “gioielli” nascosti, una rubrica sui frati anziani ospiti della nostra diocesi

 

Il pulmino dell’Oasi Santa Maria dei Monti per trasportare i frati anziani

GROTTAMMARE – Nell’Oasi Santa Maria dei Monti a Grottammare siamo ogni giorno a contatto con i frati che, per ragioni di salute, si trovano nell’infermeria situata al suo interno. Tutti questi frati hanno alle loro spalle storie molto interessanti.
In quest’articolo vi racconterò quella di Padre Armando Sfratato frate Minore.
Nato e cresciuto ad Ancarano, provincia di Teramo, nel 1940 entra al seminario di Treia (Macerata) e subito dopo viene trasferito a Cingoli (Macerata).
Di nuovo viene spostato a San Severino Marche e vi resta per circa un anno per frequentare la prima media. Per proseguire negli studi tutti gli aspiranti alla vita religiosa furono portati presso il seminario di Potenza Picena. La guerra iniziata in quel periodo creava molta preoccupazione. Gli studi furono sospesi e molti tornarono dalle loro famiglie. Con l’avvicinarsi del fronte degli alleati si avvicinò anche la liberazione e i giovani frati poterono tornare al seminario per continuare gli studi. Il 3 ottobre 1946 a Cingoli per Padre Armando era arrivato il momento del rito della vestizione che portava con se un anno di noviziato.
Padre Armando ci racconta che le giornate erano scandite da molteplici doveri tra cui l’apprendimento della Regola Francescana che ricorda con maggiore intensità.
Finito il noviziato ci fu la professione semplice religiosa temporanea nelle mani del Padre Superiore e nel 18 luglio 1954 Padre Armando ebbe la consacrazione sacerdotale presso il Duomo di Jesi nelle mani di sua Eccellenza Mons. Falcinelli Carlo.
Nel 1963 fu mandato a servire nella parrocchia di S. Antonio a Falconara.
Nel 1972 Falconara fu colpita da varie scosse di terremoto molto violente, tra cui la punta massima fu di 9,4° sulla scala Mercalli. Il convento venne demolito per poter salvaguardare la chiesa. I frati erano costretti a vivere altrove e Padre Armando insieme a Padre Pietro Giovannetti dormirono in macchina. Nonostante le terribili difficoltà di organizzazione i frati non cedettero e continuarono il loro servizio come potevano, celebrando le messe prima nel piazzale e poi nella cripta, l’unico luogo valutato agibile. Nel 1987 Padre Armando fu nominato Parroco da Mons. Carlo Maccari vescovo di Ancona. Tutta la comunità parrocchiale era partecipe alle attività di ricostruzione e di decoro della chiesa e furono attuati molti progetti tra cui la costruzione di un organo. In seguito alla sua realizzazione fu deciso di dedicarla al giovane parrocchiano Franco Barocci, studente di organo al conservatorio Rossini di Pesaro, tragicamente scomparso in un incidente stradale.
Negli anni successivi Padre Armando fu sottoposto a molteplici interventi e nel 2009 i confratelli ritennero opportuno trasferirlo all’infermeria di “Oasi Santa Maria dei Monti”. Grande fu il suo rammarico a lasciare i suoi fedeli e grande era il legame che si era venuto a formare con loro, tanto che, in occasione del suo trasferimento i parrocchiani gli scrissero una toccante lettera di incoraggiamento e di ringraziamento per il suo operato. Riporto di seguito un piccolo stralcio: ”Nostro prediletto sacerdote, guarda le palme delle tue mani e ritorna con la mente al giorno in cui il tuo Vescovo le unse e ti mandò per amarci e servirci […] Pensa alle volte che queste mani si sono allungate ed hanno afferrato le nostre in un amorevole cerchio di preghiera […] Pensa ai corpi morenti che queste mani hanno unto per il Paradiso […] Siamo tutti orgogliosi che tu sia il nostro prediletto sacerdote.” Nel leggere queste dolci parole forte era la commozione tanto che la sentivo anche un po’ mia. Anche ora Padre Armando, se pur si trovi in infermeria, presta servizio ai fedeli con il sacramento della confessione. Infine Padre Armando ci dedica un pensiero: “Io sono ancora con voi e godo della vostra compagnia.

Allorché il Padrone della mia vita mi vorrà con Sé vi presenterò a Lui perché vi guardi e vi protegga affinché possiate vivere tutti nella fede ereditata dai vostri cari. Vi esorto tutti a vivere appieno la dottrina cristiana con il dono dei Sacramenti che ci rendono fedeli autentici in Cristo. Pace e bene!”

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