DIOCESI – Si è tenuta venerdì 18 Aprile alle ore 15 presso la Cattedrale Madonna della Marina la celebrazione della Passione del Signore presieduta dal nostro Vescovo Carlo Bresciani.
Vescovo Carlo durante l’omelia ha detto: “Giuda era preda del potere del denaro ed il potere del denaro elimina Dio. Come si presenta questo Gesù? Non si presenta secondo schemi politici o di potere economico. Gesù si presenta dicendo che non ha nulla, non è interessato ad amministrare un potere di natura politica e va incontro agli ultimi.
Quello che viene rifiutato è il servo umile ed obbediente. Quello che spesso viene detto è che il mondo lo si conquista con il denaro, lo si conquista con il potere e non con la bontà, non con la solidarietà.Gesù per tutta la sua vita ha cercato di far capire che Dio non è così e per questo è stato rifiutato.
C’è poi la falsità sia di coloro che avevano il potere politico e religioso sia quella di Giuda che davanti a Gesù si presentava con una faccia e dietro tramava di venderlo per 30 denari. Il rapporto con Dio non tollera queste doppiezze, il rapporto con Dio chiede la genuinità e l’autenticità della vita.
Giuda ha partecipato anche all’ultima cena, si mostrava come un intimo di Gesù, ma quello che aveva dentro di sé, le aspirazioni che aveva detto di sé, le inclinazioni che portava dentro di sé, erano altre, viveva in una falsità di vita.
La falsità percorre un po’ tutta la storia di questa passione del Signore, anche quella di Pilato che da una parte dice: “Io non trovo in lui nessuna colpa” e dall’altra
lo condanna. Pilato si è giudicato da solo. Se non trova la colpa, perché lo condanna? È una falsità di vita.
Veniamo a Caifa. Anche la vita di Caifa è segnata da falsità, perché teme di perdere il posto, teme di perdere il potere, quindi è meglio che uno muoia.
Vedete, la falsità, il potere, denaro portano ad eliminare le persone, quindi portano ad eliminare Dio: è la storia da sempre.
Ciò che Gesù voleva, ciò che ha cercato di insegnarci è di liberarci da questi falsi poteri, perché Dio non è così!
Un altro aspetto che percorre la storia della passione che ha portato alla morte Gesù, dove ci sentiamo dentro tutti ed è l’indifferenza della folla. Qualcuno è vicino a Gesù, ma c’è una maggioranza che è indifferente ed assiste silenziosa. La maggioranza della folla si è lasciata manipolare.
La maggioranza silenziosa che veniva soggiocata da pochi, perché forse non ha coraggio, invece dobbiamo averlo tutti, quando di fronte a Gesù non abbiamo il coraggio di portare fino in fondo le nostre scelte di fede, quando ci facciamo condizionare dal “tutti fanno così”, quando ci lasciamo condizionare dall’opinione pubblica, quando ci lasciamo condizionare dalla paura di metterci la faccia, se siamo onesti e ci guardiamo dentro, questa paura ci tocca tutti ed è la nostra debolezza.
Di fronte a tutto questo, in questa passione, c’è un grande luce ed è la luce della verità e della fedeltà di Gesù, ed è questa la nostra speranza. Se tutto ciò che ha portato a questa crocifissione è povertà e cattiveria, dall’altra parte brilla enormemente questa fedeltà e questa verità di Gesù, c’è la grandezza di questa croce c’è la grandezza che ci stupisce, c’è la grandezza che ci fa innamorare della verità e della fedeltà.
Se ci innamoriamo della verità e della fedeltà e se cerchiamo con tutte le forze di seguirle, noi stiamo seguendo Dio, noi siamo dalla parte di Gesù. E da quella croce Gesù ci vivifica. Venite dietro di me, prendete la vostra croce ogni giorno.
La croce che Gesù ci vuol dare è esattamente questa, imparate da me che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per le vostre anime. Sono parole di verità che entrano dentro di noi.
Donaci questa luce ogni giorno, aiutaci Signore, siamo vicini a questa croce e questo Cristo in croce ce lo sentiamo vicino, chiediamo di sentircelo vicino anche quando il momento della prova verrà per ciascuno di noi. Perché in quel momento della prova verità e fedeltà ci mantengano in comunione con Dio.
Come ha fatto Gesù è rimasto in comunione con Dio e quel Dio, il Padre, gli ha ridato la vita”.
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