Ilario, Vinicio, Claudio e Clesirio
In uno dei discorsi incentrati sull’aspetto missionario della chiesa , Papa Francesco ribadiva «l’importanza di uscire per andare incontro all’altro, nelle periferie, che sono luoghi, ma sono soprattutto persone, situazioni di vita. Quali sono le vostre periferie? – chiede Bergoglio – Certamente, in un primo senso, sono le zone che rischiano di essere ai margini, fuori dai fasci di luce dei riflettori.
Ma sono anche persone, realtà umane di fatto emarginate, disprezzate; non abbiate paura di uscire e andare incontro a queste persone».
In un altro intervento, alla messa di Pentecoste, il Papa rivolgendosi ai movimenti ed aggregazioni laicali, suggeriva di “non chiudersi per paura alle ‘sorprese di Dio’, difendendoci , chiusi in strutture che hanno perso la capacità di accoglienza”. ……. “Lo Spirito Santo… ci salva dal pericolo di una Chiesa gnostica e di una Chiesa autoreferenziale, chiusa nel suo recinto” e “ci spinge fino alle periferie esistenziali per annunciare la vita di Gesù Cristo”.
Queste frasi meditate in un incontro del nostro “gruppo con chi vuoi” del Movimento dei Corsi di Cristianità, ci avevano indotto ad una rilettura del nostro Post- Cursillos basato sul tre piedi: “Pietà, Studio ed Azione”.
Con l’inserimento nel gruppo di Don Luca , Vice Parroco della Parrocchia della Marina, l’idea di attuare una qualche iniziativa cadde sulla “6^ opera di misericordia corporale” “visitare i carcerati”. Come?.. Perché?… Forse una lontana reminiscenza della visita di Bonin ai carcerati? … non lo sappiamo.
Fatto sta che, se pur con qualche titubanza , decidemmo di provare prendendo i primi contatti con le persone che potevano istradarci.
Padre Pietro, Cappellano del carcere circondariale di Ascoli Piceno, ci suggerì di parlare con Don Tommaso, Parroco di S. Egidio alla Vibrata, il quale conosceva molti agenti di polizia penitenziaria, suoi parrocchiani, in servizio presso lo stesso.
Infatti proprio alcuni di essi ci misero in contatto con la Direttrice Lucia.
Persona squisita, (tra l’altro quasi sempre presente agli incontri), si dimostrò entusiasta dell’iniziativa e del programma appositamente studiato per delle persone speciali quali i detenuti.
Con le Educatrici furono stabilite le date che coincisero con i venerdì di Quaresima titolando poi, il mini corso, “Vivi la Pasqua”.
Alla fine pieni di entusiasmo siamo partiti, accompagnati dalle preghiere dei fratelli, delle sorelle e di…. alcune Suore.
Il programma si è basato su riflessioni sacerdotali quali ad esempio “il buon ladrone”, “la resurrezione di Lazzaro”, “figliol prodigo”; il tutto accompagnato dalle testimonianze di noi laici, sul dolore, sulla sofferenza, sulla conversione, ecc..
Al termine di ogni incontro è stato aperto con i detenuti un colloquio durante il quale sono state poste delle domande e ad alcune delle quali sinceramente è stato molto difficile rispondere.
La più sentita nonché la più insistente è stata proprio quella: ma quando usciremo, cosa faremo?
Cosa ci aspetta? Altri invece hanno preferito non fare domande ma approfittare dell’occasione per sfogarsi con soliloqui quasi per anestetizzare il loro stato.
Abbiamo sempre ribadito che il Signore ci ama così come siamo, basta aprirgli il cuore e cercare di non più …..offenderlo…, il resto lasciarlo farlo fare a Lui, perché a Lui nulla è impossibile.
Abbiamo poi sempre ripetuto, a loro conforto, che il Signore non è venuto per i sani ma per gli ammalati,…. per i poveri, ……per i peccatori,….. per i sofferenti e quindi anche per loro.
Essendo divisi in gruppi, alcuni di questi sono stati più numerosi altri meno, ma alla fine anche del numero dei partecipanti siamo stati più che soddisfatti, tenuto conto della libertà di partecipazione, della presenza di numerose altre religioni e della coincidenza degli incontri con l’ora d’aria
L’attenzione è stata massima, e non si sono avuti atti di intemperanza o di insofferenza , anzi si è serenamente colloquiato e fraternizzato come vecchi amici, pur nelle difficoltà per la loro condizione.
Nella Messa conclusiva, come ai Corsi di Cristianità, si è avuto il massimo della fraternizzazione nella preghiera dei fedeli e nello scambio della pace. Al termine dell’Eucarestia, oltre alla lettura della preghiera del detenuto, ai saluti, agli auguri e ai ringraziamenti vicendevoli, sono stati consegnati a tutti i presenti, il tao, a ricordo del’evento, che come hanno detto sia la Direttrice che il Cappellano, ci si augura possa ripetersi.
Tutto ciò lo si deve solo a Lui e a lode e gloria del Suo Nome. Noi non sapremo mai quali benefici o quali effetti, questi incontri abbiano avuto su queste persone, ma di una cosa siamo certi, l’iniziativa ha contribuito a cementare l’amicizia del nostro “gruppo con chi vuoi” che certamente rimarrà imperituro.
Insomma un’azione iniziata a Natale con il dono di “panettoni”, è terminata a Pasqua con un volo di “colombe a colori”.
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