Solo due anni fa una notizia del genere avrebbe fatto tornare il sorriso a tutti. La verità è che ne abbiamo viste e subite tante, da esser diventati tutti freddi, anzi freddissimi. E per tornare a sorridere, diciamo che ci vuole ben altro. Di che parliamo? In queste ore l’agenzia internazionale di rating Fitch (una di quelle che ci hanno metodicamente bastonato) ratifica che “la recessione in Italia è conclusa”. Dovremmo esultare, pensando a quante notizie negative abbiamo dovuto digerire per anni, quando abbiamo scoperto che il destino nostro e delle nostre famiglie era in mano allo “spread”, un oggetto misterioso che ogni santo giorno ci ricordava le nostre malefatte finanziarie. Tutti colpevoli di aver rubato il futuro ai nostri figli.
Nei giorni della crisi dell’ultimo governo Berlusconi, lo spread (il differenziale fra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi) volava a quota 520. Una roba mai vista che ci portava sull’orlo del baratro e del default. Questa mattina lo spread è a quota 160, con effetti assolutamente positivi sull’interesse da pagare sul debito pubblico e sulla possibilità, da parte dell’Italia, di trovare investitori sui mercati internazionali. Dovremmo sorridere. E invece no.
A fine maggio molti milioni di lavoratori dipendenti troveranno in busta paga uno sconto fiscale che per almeno 6 milioni di cittadini sarà di 80 euro al mese. Dovremmo sorridere? E perché mai? Chissà quali trappole ci sta preparando il governo…
Ora, se davvero non vogliamo sorridere perché abbiamo preso troppe fregature, almeno proviamo a mettere in fila lucidamente tutte le notizie che ci arrivano. Poi facciamo i nostri conti di casa per vedere se cominciano a tornare. Facciamo come San Tommaso. Ma se poi davvero ce ne sarà motivo, arrendiamoci ad un sorriso. Ci farà un gran bene.