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Ventri affittati ed embrioni scambiati: che cosa sa succedendo all’ umanità? La riflessione di Susanna

In questi giorni sia il telegiornale, che la stampa si stanno occupando del caso degli embrioni gemellari scambiati a Roma mentre Avvenire denuncia la consuetudine “…paralegale” da parte di donne guatemalteche poverissime di “affittare” il proprio utero a facoltose coppie.

Nel primo caso assistiamo al fenomeno – umano – di tentare a tutti i costi di avere un figlio proprio da parte di una coppia – prima con metodi naturali, poi artificiali o artificiosi ed ecco che l’errore umano causa il pasticcio.

Due donne con cognomi simili, addirittura con cinque lettere uguali su sette, la chiamata per la “messa a dimora” meccanica dell’embrione formatosi in vitro, che la donna crede essere costituito dal seme del coniuge e dal proprio ovulo, l’attecchimento e la gioia della gravidanza iniziata. Poi l’amara e sconvolgente scoperta: quell’embrione non è della coppia, ma di altri oppure – ci sono state molte casistiche – è costituito dal seme del marito che ha artificialmente fecondato l’ovulo di un’altra donna, quindi la gravidanza che si sta portando avanti conduce alla nascita di un bambino figlio di altri o parzialmente figlio altrui. Il dilemma: che fare? Tenere quel bambino non figlio proprio oppure “restituirlo” ai genitori o alla madre biologica ? E la madre biologica o la coppia di genitori biologici, che cosa fanno a questo punto? Danno il consenso affinchè il proprio figlio naturale sia cresciuto da un’altra coppia oppure lo rivendicano? Ci sovviene il re Salomone (1RE 3,16-28) di biblica memoria, che scopre la “vera” madre tramite l’amore disinteressato e generoso fino alla rinuncia di sé che ella manifesta nei confronti del figlio e allora riflettiamo: chi è la vera madre in questo caso? Forse la risposta non c’è, purtroppo è questo il dramma. Non preoccuparsi dei propri embrioni sprecati o buttati ( a centinaia per ogni coppia che sceglie queste pratiche forzate di inseminazione e impianto ) non è da vere madri, non è da veri genitori: è una edonistica ed egoistica corsa al voler un oggetto – non un figlio – a tutti i costi, contro tutto e contro tutti. Non accettare la volontà di Dio e pensare che forse l’adozione di un bambino già esistente su questa Terra che forse non ha i genitori perché aspetta proprio te è sintomo di malattia, una malattia dello spirito.

La legge degli uomini ci viene in soccorso e dichiara che la madre è colei che partorisce il figlio e quindi anche se il DNA dei gemellini di Roma tradisce il non-essere figli di chi li ha partoriti, nulla potrà legalmente la madre biologica, nessuna rivendicazione. Ma la questione è etica, non solo legale. In Guatemala avviene invece che donne miserrime e deprivate, accettino di affidarsi ad agenzie specializzate che – a pagamento, si intende- pratichino loro l’inseminazione artificiale o meglio: l’ impianto di un embrione costituito dalle semenze di un’altra coppia. La donna viene assistita per tutti i 9 mesi, quando nasce il bambino riceve l’ultima trance di soldi e lo “cede” appena nato a mani altrui, che fanno “paralegalmente” figurare ( la legge è diversa in molti Paesi) che il piccolo sia nato all’estero da una coppia di turisti, che naturalmente è figlio loro, ciò può tra l’altro essere dimostrato anche tramite il test del DNA, che conferma la genitorialità biologica.

La donna guatemalteca se ne va contenta col suo gruzzolo e col ventre vuoto, l’altra donna, sterile, se ne torna al proprio Paese “civile” e ricco stringendo felice fra le braccia il “proprio” bambino. Giustamente è stato scritto che questa tristissima pratica, che non tiene conto di Dio nel vero senso della parola è diventata un’ultima tragedia della nuova colonizzazione da parte del mondo occidentale sul terzo mondo e una nuova schiavitù. L’etica oggi ha un senso? E’ giusto approfittare di chi è povero? Un essere umano si può comprare? Dio entra nella vita dell’uomo o è un’appendice culturale? Su questi quesiti lanciamo uno spazio di riflessione.

Susanna Faviani: Giornalista pubblicista dal '98 , ha scritto sul Corriere Adriatico per 10 anni, su l'Osservatore Romano , organo di stampa della Santa Sede per 5 anni e dal 2008 ad oggi scrive su L'Avvenire, quotidiano della CEI. E' Docente di Arte nella scuola secondaria di primo grado di Grottammare.