“Sono passati i tempi in cui anziani, grassi e pelati vescovi come me erano i migliori portavoce della Chiesa: abbiamo bisogno di laici competenti che la rappresentino”. Ne è convinto il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, che ha inaugurato questo pomeriggio il IX seminario professionale sugli Uffici di comunicazione della Chiesa, promosso dalla Facoltà di comunicazione istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce. Parlando delle “sfide culturali per i comunicatori della Chiesa”, l’arcivescovo ha offerto “sette osservazioni” su come realizzare una comunicazione istituzionale efficace. Tra queste proposte, Dolan ha evidenziato il possedere “un reale senso di professionalità in tutto ciò che facciamo”. Infatti, “il modo in cui diciamo qualcosa è tanto importante quanto ciò che diciamo!”. Senza dubbio, “non dobbiamo aver mai paura di dire la verità”, anche in situazioni spiacevoli per l’istituzione, perché “le persone vogliono e si aspettano trasparenza dalla Chiesa”. Ciò vale, ovviamente, anche per le buone notizie. “Noi vescovi meritiamo critiche, ne abbiamo bisogno, le accogliamo di cuore, ma a patto che siano giuste, equanimi, civili”, però non possiamo cadere “nell’estremo opposto di pensare che tutto quello che fa un vescovo è sbagliato”.
Di fronte ad eventuali attacchi, ha detto il cardinale Dolan, “dobbiamo rispondere con carità e amore”, praticando “l’invito di Gesù a offrire l’altra guancia, senza rispondere alle invettive con parole dure da parte nostra”. Inoltre, è senz’altro utile non dimenticare che “la gente ha fame di senso nella propria vita”. In questo contesto, il cardinale ha confessato che si è promesso di non concedere mai un’intervista senza menzionare il nome di Gesù. In fondo, “se mi chiedono un’intervista, è perché sono un pastore, non perché sia il sindaco”. Le attività del seminario, informa la Pontificia Università della Santa Croce, proseguiranno fino al 30 aprile. Per domani, è atteso l’intervento dell’arcivescovo di Lyon, Philippe Barbarin, su “La famiglia come opportunità comunicativa”, e di Helen Alvaré, della George Mason University, che parlerà sui temi relativi all’identità umana. In programma anche due sessioni pratiche, una con i responsabili di comunicazione di grandi diocesi e Conferenze episcopali e l’altra con alcuni “vaticanisti” che faranno il punto sullo stile comunicativo di Papa Francesco a un anno dalla sua elezione.