A.A.A. Cercansi persone nobili di cuore, motivate, desiderose d’impegnarsi per aiutare gli altri, con alle spalle precedenti esperienze di viaggio ma non certo in villaggi vacanza o resort turistici. Giovani che sappiano adattarsi e districarsi in situazioni anche difficili, liberi da preconcetti e aperti alla condivisione e all’accoglienza dell’altro. Persone disposte a passare un mese a servizio degli ultimi, dei dimenticati, in quelle periferie del mondo sempre più spesso evocate da Papa Francesco. A cercarle è la Conferenza episcopale italiana che ha promosso il progetto di comunicazione “In un altro mondo” proprio con l’obiettivo di “avvicinare i giovani al mondo della Chiesa in generale e al mondo delle missioni e dell’aiuto al prossimo in particolare”.
Agli angoli del mondo. Si tratta, in concreto, di selezionare quattro giovani che verranno spediti, per un mese, agli angoli del mondo per vivere una vita vera e raccontare un’esperienza anti-reality. Le selezioni si aprono oggi (30 aprile) per chiudersi il 1 giugno. I quattro prescelti, dopo un breve periodo di formazione, partiranno (tra la fine di luglio e i primi di settembre) alla volta della Casa della Provvidenza che accoglie bambine di strada a Calcutta in India, del centro Kivuli per i bambini degli slum di Nairobi gestito dall’associazione Amani in Kenya, delle diverse strutture di Medici con l’Africa Cuamm in Mozambico, della Little Nazareth home per bambine a Manila, nelle Filippine. Di questo lavoro saranno “testimoni” attraverso la pubblicazione, sul sito www.inunaltromondo.it, del materiale multimediale che avranno raccolto nella loro esperienza.
“La vita in versione originale e senza sottotitoli”: così recita lo slogan del progetto che mira “a controbilanciare la vacuità dei tanti reality show che purtroppo in Italia imperversano, con un certo successo, in televisione”. “Se i reality sono stati concepiti per coinvolgere gli spettatori senza farli riflettere troppo – afferma Matteo Calabresi, responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica – noi vogliamo fare esattamente l’opposto, coinvolgere e far riflettere”. “Il progetto – spiega il responsabile – trae spunto dagli spot dell’8×1000 che sono il racconto di vere e proprie esperienze realizzate non solo in Italia ma anche nei Paesi in via di sviluppo grazie ai fondi dell’8×1000. Lavorare giorni interi a contatto con queste realtà che cerchiamo di aiutare, fa nascere amicizie e ci lascia dentro qualcosa di bello e d’importante. Con questa iniziativa vorremmo dare ad alcuni giovani l’opportunità di vivere, allo stesso modo, un’esperienza di volontariato e di toccare con mano la carità in alcune opere nei Paesi in via di sviluppo che hanno ricevuto i fondi della Chiesa cattolica e vivere così un’esperienza di vita diversa, più ricca di valori. Cerchiamo persone motivate che dovranno passare le loro giornate facendo volontariato alle dipendenze del responsabile dell’opera locale”.
Non si vince nulla. La selezione dei candidati avverrà sul web, attraverso il sito www.inunaltromondo.it. Gli interessati dovranno riempire una scheda anagrafica ma soprattutto preparare una video presentazione, creativa, fantasiosa o “semplicemente normale” ma utile a capire chi sono e quali i motivi che li spingono a iscriversi, gli obiettivi che si prefissano. Verranno chieste anche foto o video che raccontano le loro precedenti esperienze di viaggio e le emozioni che hanno provato. Ai quattro prescelti la Cei provvederà a fornire le dotazioni tecnologiche necessarie a raccontare la loro esperienza e tutte le assicurazioni del caso. “Cosa ci aspettiamo? La capacità di comprendere la bellezza della vita – risponde senza esitazione Calabresi – non si vince nulla se non un mese di servizio in luoghi dove vivono persone bisognose di aiuto e la possibilità di gustare la bellezza di una vita donata”.