Di Luigi Crimella
Chi difende l’embrione umano quando esso fosse messo in pericolo di vita, a seguito della procreazione medicalmente assistita e del rischio di trovarsi come “avanzo” o come “scarto”? Secondo i deputati Gian Luigi Gigli e Paola Binettioccorre che il Parlamento legiferi creando una specie di avvocato difensore, in grado d’intervenire d’ufficio e di dare voce a chi non ne ha ancora e che rischia, in caso di controversia che lo riguarda, di perderla del tutto. È questo il senso della proposta di legge presentata alla Camera dei deputati col titolo “Norme sulla attuazione del principio del contraddittorio nei procedimenti civili in materia di procreazione medicalmente assistita”. All’incontro coi giornalisti, ieri pomeriggio (29 aprile), erano presenti, accanto ai due presentatori, anche il parlamentare europeo Carlo Casini e la deputata Eugenia Roccella. “Di fronte ai continui attacchi alla legge 40 – ha spiegato Gigli – abbiamo pensato a un’ipotesi legislativa che preveda l’estensione della figura del ‘curatore speciale’ per gli interessi del nascituro, in caso di controversia a seguito di procedure di fecondazione medicalmente assistita. In tal modo si verrebbero a tutelare, con il giusto contraddittorio, non solo gli interessi dei genitori e dei medici che hanno effettuato le procedure di fecondazione, ma anche quelli dello stesso nascituro, che risulta il soggetto principale da difendere e che spesso è totalmente trascurato, come fosse un semplice oggetto”. Dal canto suo, Roccella ha parlato di “una valanga antropologica che sta arrivando anche nel nostro Paese e che finora, sui temi etici, è stata in parte arginata dalla forte presenza cattolica e dei difensori del valore della vita”.
Diritti dei genitori “contro” quelli dell’embrione? Illustrando nel dettaglio la proposta di legge, Carlo Casini, che ne è stato l’ispiratore e il principale estensore, ha spiegato che l’art. 1 della legge 40 “assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti compreso il concepito”. “Proprio per questo motivo – ha sottolineato – abbiamo pensato che anche i diritti del figlio generato o generando mediante procreazione artificiale debbano essere tutelati, alla luce del fatto che finora la voce del nascituro è stata totalmente assente nelle vicende giudiziarie nelle quali, come ad esempio è recentemente accaduto, gli adulti chiedono di poter ricorrere alla ‘eterologa’”. Il parlamentare europeo ha anche fatto cenno ad altri casi in cui la vita degli embrioni è messa a repentaglio, come nella “domanda di selezione di embrioni mediante diagnosi genetica pre-impianto o rivendicando un preteso diritto di proprietà sugli embrioni congelati che consentirebbe di chiederne la distruzione”. “In questi casi – ha proseguito – gli adulti fanno valere i loro interessi proponendo azione contro i medici o gli enti che praticano la procreazione, i quali in realtà spesso sono perfettamente d’accordo con gli attori, anzi hanno un interesse professionale ed economico ad ampliare nel massimo grado la possibilità di effettuare tale procreazione assistita”.
Come a Roma 2000 anni fa col “curator ventris”. Tra i diritti che la proposta di legge intende siano tutelati in favore del nascituro, ad opera di un “curatore speciale”, ci sono oltre a quello basilare della vita stessa, che assicuri la sopravvivenza dallo stato embrionale al suo successivo potenziale sviluppo, “quelli all’integrità fisica, alla conoscenza delle proprie origini, all’identità personale, ad avere un padre e una madre certi per la coincidenza della genitorialità genetica, degli affetti e legale, tutti diritti che dovrebbero sempre essere presi in seria considerazione”. Paola Binetti ha sottolineato che “nonostante i ripetuti attacchi alla legge 40, non è stato smontato l’art. 1 che ne costituisce il cuore affermando la parità dei diritti tra padre, madre e concepito. Questo dovrebbe essere un concetto elementare di democrazia, che mette il più debole al pari dei più forti. E noi, con questa proposta di legge, ci schieriamo dalla parte della tutela dei diritti dei più deboli, che sono gli embrioni da poco concepiti”. Binetti ha ricordato che “già 2000 anni fa la legislazione romana prevedeva la figura del ‘curator ventris’, una sorta di avvocato difensore del nascituro. Se l’Europa negherà le sue radici che provengono dalla logica e filosofia greca, dal diritto romano e dalla visione cristiana, negherà i propri valori fondativi”.