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Convocazione di famiglie

Di Marco Doldi
Due anni di preparazione sono stati necessari per arrivare domenica 4 maggio alla Convocazione diocesana delle famiglie. In questi mesi rappresentanti delle diverse realtà diocesane, coordinate da un’apposita Commissione, hanno elaborato un progetto, che è stato ripetutamente sottoposto agli organismi di partecipazione ecclesiale: Consiglio presbiterale, Consiglio pastorale, Consulta delle aggregazioni laicali. Insomma: un lavoro di squadra.
L’obiettivo era quello di preparare un incontro tra l’arcivescovo, cardinale Angelo Bagnasco, e le famiglie della sua diocesi, una festa dove emergesse la bellezza del matrimonio e della famiglia, in un contesto dove tante volte sembrano essere un problema, anziché una risorsa. E il risultato c’è stato: dall’una del pomeriggio al Palasport hanno cominciato ad affluire tante persone. Lo spettacolo era dei più belli: papà e mamme con i loro figli; nonni e anziani; sacerdoti e gruppi di famiglie; religiose con genitori e bambini. Davvero c’era la grande famiglia della diocesi.
Il primo momento del pomeriggio è stato dedicato all’ascolto di alcune testimonianze significative; sul palco accanto all’arcivescovo sono salite alcune coppie che hanno raccontato la normalità della loro esperienza coniugale e familiare: la scelta di sposarsi, l’accoglienza dei figli, le ferite familiari, come un figlio malato o un tradimento, medicate e curate con il balsamo dell’amore e la forza del sacramento celebrato. Esperienze “normali”, che, però, oggi sembrano eccezionali, a motivo delle “scorciatoie” che vengono suggerite con tanta facilità e disinvoltura per uscire dalle difficoltà.
Testimonianze sono giunte anche attraverso videoregistrazioni fatte precedentemente e trasmesse tra un’intervista e l’altra. Alcuni giovani hanno dichiarato con naturalezza e senza esitazione che la famiglia è… mamma e papà, innanzitutto, e, poi, i fratelli. Tre famiglie che vivono insieme con i loro figli e accogliendo genitori e figli in difficoltà hanno raccontato la loro giornata, a tratti in comune – sino a ventiquattro persone! – a tratti nell’intimità del proprio nucleo. Una coppia di nonni ha spiegato la loro importanza: non solo per badare ai nipoti in assenza dei genitori, ma, ancora di più, per trasmettere la fede alle nuove generazioni. All’arcivescovo sono state poste alcune domande, cui ha risposto in modo semplice e diretto. Gli è stato chiesto, ad esempio, che cosa gli hanno lasciato i suoi genitori. “La fiducia” ha risposto, quella che gli ha dato sicurezza per la vita.
Il secondo momento della giornata è stato dedicato alla celebrazione eucaristica, cui hanno concelebrato i tanti sacerdoti, che hanno accompagnato i loro fedeli. Nell’omelia il cardinale ha ricordato il tema centrale della convocazione: “La famiglia dono e speranza per il mondo”. Rivolgendosi alle famiglie, ha detto: “Quanto eroismo umile e quotidiano vive in voi! A voi, alla fedeltà del vostro amore, allo spirito di sacrificio, alla dedizione ai vostri figli – tanto più se portatori di disabilità – ai vostri anziani e malati, noi vogliamo rendere onore”.
Al termine della celebrazione le famiglie hanno letto un importante messaggio alla società civile, dove, rafforzate dall’attenzione che la comunità ecclesiale ha per loro, avanzano domande concrete di buona politica familiare, come ad esempio il coinvolgimento delle associazioni famigliari nelle scelte che riguardano le famiglie stesse.
La Convocazione diocesana delle famiglie rientra nel biennio pastorale dedicato alla famiglia e, dopo, la Convocazione degli adolescenti del 2012, costituisce un’ulteriore attuazione locale degli Orientamenti dei vescovi italiani sull’educazione.
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