Andreana ha raccontato al pubblico, prevalentemente composto da persone che fanno parte della sua associazione, la sua esperienza di vita. La dottoressa Bassanetti è stata una delle prime donne in Italia a laurearsi in psicologia e a svolgere l’attività di psicologa.
Aveva alle spalle trenta anni di esperienza quando ha vissuto il dramma più grande che possa toccare una donna, la perdita di sua figlia Camilla, che all’età di 21 anni si è tolta la vita. Era l’anno 1991.
Tutto quello che aveva studiato nel corso degli anni non era riuscito ad evitare quel dramma e soprattutto non riusciva a dare risposta alla domanda che più l’assillava: “Mia figlia c’è ancora?”. La psicologia infatti, in quanto scienza, può indagare su “dati sensibili”, ma non può rispondere a questioni che riguardano la vita oltre la morte.
Questa tragedia l’ha portata ad isolarsi per mesi dal resto del mondo, fino a quando qualcosa nella sua vita è cambiata. Infatti, in una delle rare uscite da casa, le capitò di passare davanti ad una chiesa dove c’era la scritta “Venite con me, in disparte”.
Entrò e qui vide esposto sull’altare il Santissimo Sacramento e qualche persona che in silenzio stazionava pregando. In quel momento si sentì abbracciata da qualcosa di più grande.
Lei, che per molti mesi era rimasta a letto, sentì una forza che la spingeva ad andare ogni giorno in quel luogo e iniziò a chiedersi quale fosse la volontà di Dio in quella circostanza.
In un primo momento, Andreana pensò di aiutare i giovani che si trovavano in difficoltà, poi in seguito alle circostanze della vita e a un costante discernimento, ha deciso di affiancare le persone che come lei avevano perso un figlio. È nata così l’associzione “Figli in Cielo”.
Siccome per Andreana il lutto non è un disagio, ma un evento della vita, il genitore che ha perso un figlio, più che di un aiuto di tipo psicologico, ha bisogno della vicinanza di persone che hanno vissuto lo stesso dramma: solo una persona che ha provato lo stesso dolore si può rendere realmente compagna di chi vive una simile situazione.
E solo la fede può illuminare una zona così buia dell’esistenza umana, associando la propria esperienza al dramma di Maria ai piedi della croce.
Grazie alla sua fede in Gesù, Andreana è riuscita a rielaborare il suo dolore e a ricavare dal massimo male un’occasione di bene per tante persone – come molte di quelle presenti in auditorium – che grazie alla sua associazione hanno ritrovato la speranza.