REGIONE MARCHE – L’assessore ai Diritti e Pari Opportunità della Regione Marche, Paola Giorgi, nei giorni scorsi ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai parlamentari marchigiani, per chiedere lo sblocco dei fondi, 17 milioni di euro per il biennio 2013/2014, che la Legge 119 del 15 ottobre 2013 destina ai Centri antiviolenza e alle Case di rifugio per le donne vittime di violenza.
“Quelle risorse sono fondamentali per poter garantire un servizio, purtroppo emergente e prioritario, per contrastare una realtà sempre più drammatica – afferma l’assessore – Nelle Marche, grazie alla legge regionale 32/08 agiscono sul territorio cinque Centri antiviolenza (Cav), una Casa di accoglienza e, dallo scorso dicembre, una Casa di emergenza, al cui funzionamento rende un importante contributo anche la Protezione civile regionale”.
I Cav sono i luoghi deputati a garantire ospitalità, protezione e soccorso alle vittime di abusi, indipendentemente dalla loro cittadinanza e attraverso la specifica formazione di operatrici. Sono a disposizione , a titolo gratuito, di tutte le donne, italiane o straniere, vittime di violenza e maltrattamenti fisici o psicologici, stupri e abusi sessuali.
Gli esperti offrono servizi di supporto psicologico, consulenze legali, attivazione di reti d’emergenza. “Tutto si regge grazie ai fondi regionali e una compartecipazione alle spese da parte degli Enti locali – rileva l’assessore – Le operatrici dei Centri agiscono con grande competenza e infinita passione, ma occorrono più risorse.
I contatti, le visite, le presenze ai Centri antiviolenza aumentano e questo è un dato assolutamente positivo, perché indica il superamento della paura delle vittime al venire allo scoperto.
È un mondo enorme, è un mondo estremamene delicato, perché ha a che fare con l’anima delle persone, delle donne e dei bambini e va tutelato.
Ho chiesto al presidente Renzi di riprendere con decisione il percorso avviato al Governo Letta, l’ho chiesto in un giorno qualsiasi, perché la violenza contro le donne non accade solo il 25 novembre o l’8 marzo, ma è un drammatico aspetto della realtà quotidiana e, come tale, va affrontata con impegno e determinazione”.
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